ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Giornale di vicenza
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Venerdì 13 gennaio 2006

 

 

 

 Il Papa contro i Pacs, è bufera

Radicali, Prc e Sdi: «La chiesa non può dettare leggi allo Stato»



Monito nell’incontro con Veltroni e gli amministratori del Lazio Netto «no» anche per la pillola abortiva: «Tutelare sempre la vita» La replica di Capezzone «Un’ingerenza odiosa: nessuno vuole colpire la famiglia

 

Roma. La vita e la famiglia. Due valori da difendere a ogni costo per Benedetto XVI, che lo ha ribadito anche ieri, ricevendo gli amministratori locali di Roma e del Lazio per i tradizionali auguri di inizio anno. Pur senza mai nominarli esplicitamente, nel suo discorso nella sala Clementina del Palazzo Apostolico, rivolgendosi al sindaco Walter Veltroni, al presidente della Provincia Enrico Gasbarra e al presidente della Regione, Piero Marrazzo, tutti di centrosinistra, Joseph Ratzinger ha ancora una volta criticato i Pacs, le unioni di fatto che diversi partiti dell’opposizione vorrebbero introdurre anche in Italia, e la pillola abortiva Ru486. Il Santo Padre ha definito i primi «un grave errore», mentre per la pillola abortiva ha sottolineato che si tratta di una soluzione da evitare. «È sbagliato», ha spiegato, «sia oscurare il valore e le funzioni della famiglia legittima, fondata sul matrimonio, attribuendo ad altre forme di unione i propri riconoscimenti giuridici, dei quali non vi è in realtà effettiva esigenza sociale, sia introdurre farmaci che nascondano in qualche modo la gravità dell’aborto, come scelta contro la vita». Ancora una volta, il Papa ha sottolineato con forza la necessità di tutelare la vita nascente.

Le parole di Benedetto XVI hanno alzato due ondate polemiche. Da una parte il fronte che si appresta a manifestare domani a Roma e a Milano per i Pacs e a difesa della legge sull’aborto contesta «l’ingerenza» su questi temi. Dall’altra, vari esponenti della Cdl, soprattutto dei partiti che si candidano a raccogliere il voto cattolico, affermano che Romano Prodi si sta facendo imporre la linea «anticlericale dei Grillini e dei Capezzone», come dice Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc.

Franco Grillini, deputato Ds e presidente dell’Arcigay, e Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, sono in prima linea a protestare contro il Papa, che per il primo è mosso da un’etica dei principi che «a volte è sorda e crudele», e per il secondo è colpevole di «un’ingerenza odiosa perché» assicura, «con i Pacs nessuno vuole colpire la famiglia». Ma voci molto critiche si levano anche dai Verdi, del Prc e dello Sdi, (per Roberto Villetti la Chiesa non può «dettare le leggi dello Stato»).

Pur premettendo una dichiarazione di «rispetto per l’autorità del pontefice», anche Barbara Pollastrini, dei Ds, sostiene che la politica ha il dovere di seguire principi laici e liberali e non quello che ha detto Benedetto XVI. A queste voci, che si alzano dalle fila dell’Unione (ma per Capezzone la questione non è di schieramento, perchè a sostegno delle posizioni del Papa potrebbe formarsi una coalizione trasversale ai poli), si contrappongono le posizioni positive della Cdl. Come quella del ministro Roberto Calderoli, della Lega, per il quale sulla famiglia il Papa «ha detto la cosa più sacrosanta del mondo»; o quella di Alfredo Mantovano, di An, per il quale le parole del Papa non riguardano solo la morale cattolica, ma «la nostra comune umanità». Agli applausi per il Papa, seguono i fischi per Prodi, accusato di farsi dettare la linea dai radicali. Ma l’attacco più significativo è forse quello di Cesa, che critica lo «spettacolo ignobile» offerto dall’Unione, dove fra «gli insulti» al Papa di alcuni e «il silenzio di Prodi e della Margherita», la linea che prevale è quella «dell’intolleranza laicista e della deriva anticlericale».

A queste accuse della Cdl non arrivano risposte esplicite dall’Unione. Anche se sembra riferirsi a critiche di questo tipo Maria Pia Garavaglia, vice sindaco di Roma ed esponente della Margherita, quando afferma che le parole del Papa impegnano tutti gli amministratori a scelte coerenti nel segno della solidarietà e si rattrista nel vedere che «da parte di alcuni si osi strumentalizzare per fini politici certamente non nobili il magistero del Santo Padre». Romano Prodi si sarebbe poi detto «amareggiato» per l’organizzazione di una manifestazione sui Pacs a Roma. A quanto si apprende, il leader dell’Unione avrebbe espresso la sua amarezza a Franco Grillini dell’Arcigay, dopo che peraltro tutta l’Unione ha deciso di non utilizzare più il termine pacs ma quello di «unioni civili» al vertice sul programma di San Martino in Campo. Infine, una curiosità. Dal sonoro captato dalle televisioni nella Sala Clementina è poi emerso un ulteriore scambio di battute, dapprima sfuggito ai più, tra papa Ratzinger e Veltroni sul «damose da fà» pronunciato da quest’ultimo in bavarese. Il sindaco di Roma ha chiesto al Pontefice: «Come sono andato con la pronuncia?». «Molto bene - ha risposto il Papa -, ma come ha fatto?». E Veltroni: «per la pronuncia mi sono avvalso di un consulente molto alto», indicando a Ratzinger il segretario personale don Georg Gaenswein.


    

 

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