ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:  POLITICA       Pag.     )
martedì 6 giugno 2006

di SIMONA CAPORILLI

 

 

 «Due anni di indulto». E An si spacca. Mantovano apre al dialogo

Mastella raccoglie consensi. Gasparri e La Russa «intransigenti»


 

«A MIO avviso un intervento di clemenza va fatto». L’affermazione di Gianni Alemanno in merito all’amnistia proposta dal ministro della Giustizia Clemente Mastella è un fulmine a ciel sereno all’interno di Alleanza Nazionale. E apre una questione «trasversale» ai partiti. Una proposta che, se nel centrodestra trova consensi in partiti come Forza Italia, l’Udc, il Nuovo Psi o la Dc di Rotondi, spacca a metà Alleanza Nazionale, divisa tra le posizioni intransigenti di Gasparri e La Russa e quelle di «apertura» sul tema di Alemanno, dell’ex ministro Matteoli e del senatore Mantovano che è sceso in campo con un «parliamone» rimandando la questione a domani, in sede di esecutivo di Alleanza Nazionale. «Condivido l’opportunità che la posizione di An in tema di amnistia e indulto sia discussa. Posizioni - ha continuato - apparentemente distanti potrebbero trovare composizione nell’esame della situazione di fatto delle carceri italiane e delle prospettive per arginare l’emergenza».

«L’importante - ha specificato Alemanno - è che ciò avvenga nel minor tempo possibile, ovvero che non si creino tormentoni di settimane intere su favorevoli e contrari. Le mie motivazioni? Sicuramente il sovraffollamento delle carceri e le cattive condizioni dei detenuti. Ciò che mi interessa - ha proseguito - è che ci sia un’amnistia molto limitata e un indulto di due anni. Escluderei però i reati più gravi, non solo quelli di pedofilia e mafia. Tutto ciò - ha concluso - non è una novità, mi espressi già in modo favorevole, quando Giovanni Paolo II visitò il Parlamento».

Secco, al contrario, il «no» di Gasparri, che all’orizzonte ha preannunciato iniziative trasversali «per bloccare un provvedimento molto pericoloso per la maggioranza onesta degli italiani. Diremo mille volte "no" all’amnistia», ha affermato senza mezzi termini. Sullo stesso fronte e altrettanto duri i commenti del governatore del Veneto Galan: «Va bene la beata innocenza fino a quando questa però non diventa sciocca incoscienza, visto che di stupidità si muore» e quelli di Ignazio La Russa, capogruppo di Alleanza Nazionale: «Preciso - ha commentato - che la mia posizione è in questo momento sicuramente contraria all’introduzione dell’amnistia e dell’indulto». Altrettanto intransigente si è mostrato il senatore Domenico Gramazio, ribadendo un «no» fermo alla proposta avanzata da Mastella e convinto che «l’80% di An sia d’accordo con questa linea». Perché si dichiara contrario? «Perché se nelle carceri c’è sovraffollamento la soluzione è quella di costruire nuove carceri, non di far uscire i delinquenti. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di snellire i provvedimenti giudiziari e regolare situazioni-limite, già preesistenti». Torna a galla la questione della scelta tra amnistia e indulto e, sebbene siano stati esclusi mafiosi e pedofili, in ballo ci sarebbero almeno 18 mila persone: «Sull’amnistia ho ripetuto le mie considerazioni e sono state considerate ragionevoli», ha commentato ieri il ministro della Giustizia Clemente Mastella uscendo dal vertice dei ministri a San Martino in Campo e rimandando però la discussione in Parlamento. «Mettere il numero chiuso nelle carceri» la soluzione alternativa proposta - visto mai l’amnistia finisse con il non raccogliere i consensi - dalla Dc di Rotondi. «Frena» invece Luigi Li Gotti, sottosegretario di Stato alla Giustizia ed esponente di Italia dei Valori.

«Con il mio partito eravamo un po’ contrari ai provvedimenti di clemenza - ha commentato - ora invece improvvisamente il tema è diventato di grande attualità». A quanti affermano che questo era uno dei capitoli del programma dell'Unione, il sottosegretario Li Gotti replica che «non è vero. Nel programma - dice - c’è scritto che quando si farà una riforma dei codici è necessario un provvedimento di clemenza. Non è detto che i provvedimenti di amnistia e indulto debbano camminare insieme. Se si pensa al mondo carcerario quello che funziona è l'indulto. Se si pensa di sgravare il carico dei processi è meglio l’amnistia. Io dico che, se si dovesse fare un provvedimento, sarei più per l’indulto e per collegare poi l’amnistia alla riforma dei codici».


    

 

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