ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD
(Sezione:    Pag.     )
Mercoledì 30 Aprile 2003

 

IL FURTO DEI FONDI DESTINATI ALLE SPESE PER I PENTITI DI MAFIA

La posizione di 15 addetti al Nucleo Operativo Protezione (Nop) è al vaglio degli investigatori della squadra mobile di Roma

 

Quasi centomila euro scomparsi nel nulla

 

ROMA – La posizione di 15 addetti agli uffici del Nucleo Operativo Protezione (Nop) è al vaglio degli investigatori della squadra mobile di Roma che indagano sul furto di circa centomila euro, destinati alle spese per i pentiti di mafia, avvenuto nel ponte di Pasqua. Ogni dipendente – il servizio è interforze e viene svolto da polizia, carabinieri e guardia di finanza – viene interrogato in queste ore per controllare orari di entrata e di uscita, presenze, spostamenti e individuare il responsabile. Si sta, inoltre, valutando se in quei giorni siano entrate negli uffici persone estranee alla amministrazione ma che comunque hanno facoltà di accesso anche alla luce del fatto che i soldi sono stati portati via senza forzare porte, cassetti e cassaforte.

Il furto clamoroso è stato scoperto la mattina del 23 aprile e, secondo gli investigatori, dovrebbe essere avvenuto tra il 20 e la notte di pasquetta. Le casse della sede del Nop – che è nella zona di Cinecittà – proprio in considerazione del lungo “ponte” festivo tra la Pasqua e il 1 maggio, erano state rimpinguate con somme prelevate in banca per fare fronte ad eventuali viaggi, spostamenti e convocazioni di pentiti da parte della magistratura o per esigenze investigative. Il furto non ha riguardato anche indirizzi e documenti dei collaboratori di giustizia. È il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che presiede il comitato del Viminale sul programma di protezione dei collaboratori di giustizia, ad escludere quello che poteva essere il danno maggiore del furto per le conseguenze rischiose che ne sarebbero derivate a chi ha cambiato nome e dimora per sfuggire a possibili ritorsioni. «Sul fatto – spiega il sottosegretario – sono state aperte due inchieste: la prima di polizia giudiziaria, per ricostruire la dinamica dei fatti, e la seconda amministrativa». «La cassaforte da cui sono stati prelevati i 95 mila euro non è stata manomessa. È necessario, dunque, stabilire se le rigide regole impartite agli addetti al servizio di custodia valori siano state rispettate».

Segni di scasso sono stati trovati sul cassetto dentro il quale c'erano le chiavi della cassaforte. È l'unica traccia rilevata negli uffici del Nop dagli investigatori della squadra mobile. Secondo i responsabili delle indagini, questo dimostrerebbe che chi si è impossessato dei soldi sapeva che le chiavi per aprire la cassaforte erano proprio in quel cassetto, uno dei quattro di una scrivania di un ufficio al terzo piano. Molto probabilmente il furto è avvenuto il sabato di Pasqua, giornata di festa nella quale, però, era in servizio un numero più alto di persone. Il giorno dopo o il lunedì di pasquetta negli uffici hanno lavorato pochi dipendenti ed entrare in azione in questi due giorni avrebbe potuto dare più nell'occhio. Ieri gli investigatori della seconda sezione della squadra mobile, diretta da Giovanna Petrocca, hanno ascoltato una ventina di persone – tra agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza – che nel ponte pasquale erano in turno negli uffici del Nop.


   

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