ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD
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Mercoledì 17 luglio 2002


TANO GRASSO PER IL PROTOCOLLO VOLUTO DA MANTOVANO

Imprenditori mai soli di fronte al “racket”


Un protocollo d'intesa «per far sentire gli imprenditori meno soli», incoraggiarli a denunciare chi gli chiede il pizzo e seguirli, anche durante il processo, con la costituzione di parte civile dell' associazione che li rappresenta. È questo l'obiettivo della dichiarazione d'intenti firmata ieri dal commissario straordinario antiracket, Rino Monaco, dal presidente del Fai, Tano Grasso, e dai rappresentanti dell' Associazione antiracket, davanti al ministro dell' Interno Giuseppe Pisanu e al sottosegretari Alfredo Mantovano, promotore dell' iniziativa.

Un accordo che punta ad assistere le vittime del pizzo, ma chiede, in un certo senso, anche una loro partecipazione attiva: nella dichiarazione di intenti, le associazioni firmatarie promuovono infatti «l'impegno degli operatori economici a collaborare con le forze dell' ordine», ma si riservano anche la possibilità di arrivare «a valutare la sua sospensione o esclusione dall' organizzazione» se si rifiuta di denunciare.

«Questo documento è un punto di partenza e non un punto di arrivo – ha spiegato Mantovano – e ha come obiettivo quello di non lasciare soli gli associati e far sì che quel disagio e quella sensazione di solitudine e abbandono, che si prova quando si è vittime dell' estorsione, sia superata proprio grazie alla comunità alla quale l'imprenditore appartiene, dalla solidarietà cioè di chi fa il suo stesso lavoro».

E così, le associazioni, in sei punti si impegnano tra l' altro ad assistere gli operatori economici che hanno subito danni, aiutandoli ad ottenere i risarcimenti previsti dalla legge, si impegnano ad offrire la massima collaborazione alle forze dell' ordine e all' autorità giudiziaria e a costituirsi parte civile nei processi in cui gli imprenditori sono vittime di estorsione. quello istituzionale».

Soddisfatto Tano Grasso, che ha ricordato così la sua rimozione dall' incarico di commissario antiracket. «Quel fatto costituì certamente una frattura tra le associazioni e le istituzioni – ha detto –, ma ci siamo attivati da subito per recuperare un rapporto. Si tratta di un percorso lungo, oggi è stato fatto un passo importante sulle cose concrete, perchè le nostre iniziative e le nostre proposte non nascono dalla politica ma dai problemi concreti». La dichiarazione d'intenti, ha aggiunto, «è un passo avanti nella lotta al racket, ma solo un passo: davanti a noi abbiamo una strada assai lunga e impegnativa». «Ora si corre il rischio di un potenziamento della capacità di condizionamento mafioso nel mondo delle imprese legate agli appalti pubblici, aspettiamo il segnale forte del governo per scongiurarlo».


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