ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Gazzetta del Sud
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Venerdì 12 luglio 2002

Silvia Mastrantonio


Nania: coniugate solidarietà e fermezza. Insorge l'opposizione: è cinica e razzista




ROMA – Il provvedimento per la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari dell'industria arriverà prima delle ferie estive. Parola di presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E' stato questo l'unico commento, che in realtà è un impegno, del premier nella giornata che il Polo ha salutato come un grande successo per l'approvazione al Senato della legge Fini-Bossi (è passata con 146 sì, 89 no, 3 astenuti). Un successo ribadito dallo stesso Bossi (che ha anche citato i «bocconi amari» che la Lega ha dovuto ingoiare) e da molti esponenti della maggioranza, da Gasparri a Valditara a Schifani fino al sottosegretario Alfredo Mantovano che ha voluto precisare come, per l'asilo politico, ci sarà a breve uno specifico provvedimento. Lo stesso Mantovano ha sottolineato poi che la nuova normativa è perfettamente in linea con l'Europa e che, secondo le previsioni, sarà operativa nella seconda metà di agosto.

Soddisfazione viene espressa da D'Onofrio, Carlo Giovanardi, Luca Volontè e dal presidente dei senatori di An Domenico Nania secondo il quale «la legge si fonda su due principi fondamentali: l'accoglienza, e dunque la solidarietà, e la fermezza nei confronti dei trafficanti che sfruttano esseri umani».

Per il resto, a parte qualche malumore della Lega (tre senatori giudicano l'impianto troppo permissivo, mentre hanno espresso soddisfazione Roberto Calderoli e Francesco Moro) e qualche attribuzione di paternità (i centristi non ci stanno che passi come la Fini-Bossi dopo le tante mediazioni di cui sono stati protagonisti) i dissensi sono tutti concentrati tra i banchi dell'opposizione. Si è visto chiaramente ieri quando, al momento del voto finale, i tre di Rifondazione hanno abbandonato l'aula invitando il presidente della Repubblica Ciampi a non firmare la nuova normativa accusata di ledere i diritti degli immigrati. Per Bertinotti, infatti, la Fini-Bossi è speculare all'abolizione dell'art.18 nell'ottica di un governo che trancia di netto i diritti.

Avvelenati anche i Verdi (Stefano Boco) che minacciano la raccolta di firme per indire un referendum abrogativo mentre per Patrizia Toia della Margherita è inaccettabile l'atteggiamento ipocrita del governo. Secondo l'esponente dell'opposizione dietro il rigore di facciata, il nuovo impianto dà il via libera a maxisanatorie che non risolvono il problema dell'integrazione. Parole durissime anche da Gavino Angius che parla di norme «ciniche, intolleranti, razziste, indegne di un paese civile come il nostro».

Non da meno il giudizio di Massimo Brutti secondo il quale la legge è il frutto dell'obbedienza del governo alle regole dettate dalla Lega e da An. «Si tratta di una legge sbagliata, feroce, ingiusta» ha detto il vicepresidente del senatori Ds. Senza appello il giudizio di Livia Turco che aveva firmato, insieme con Napolitano, la precedente normativa. «Si tratta di una legge grave – ha detto – perché lede il principio costituzionale di pari dignità tra le persone». Non solo. Secondo la Turco le nuove norme favoriranno la clandestinità alla quale il governo non potrà che rispondere con nuove sanatorie. Negativi anche i pareri di alcune associazioni come l'Arci o Medici senza frontiere. Al coro dei delusi si è unito anche don Luigi Ciotti fondatore del gruppo Abele mentre, sul fronte sindacale, a parte la Cgil che ha lanciato una mobilitazione nazionale, anche la Cisl ha preso le distanze.

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