ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD
(Sezione:    Interni       Pag.    4)
martedì 12 luglio 2005

Alessandro Farruggia

mantovano replica: non si possono fare entrare nel nostro paese gli immigrati senza permesso e senza regole

Sollecitano la chiusura dei quindici centri di permanenza temporanea: bisogna combattere la clandestinità e non i clandestini

 

 I governatori di centrosinistra si schierano contro il governo

 


 

ROMA – Quattordici Regioni, tutte governate dal centrosinistra, si schierano apertamente contro il governo sulla esplosiva questione dei Cpt. I quindici «Centri di permanenza temporanea» esistenti in Italia, che le Regioni «rosse» combattono da tempo e dei quali oggi chiedono formalmente la chiusura.

Ma il centrodestra respinge la proposta a stretto giro di posta e il dialogo da tutti invocato diventa nei fatti molto più difficile. La scorsa settimana il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu era stato chiaro: «Se le Regioni vogliono dialogare, da parte mia c'è la massima apertura. Ma se il presupposto è l'affermazione arbitraria e illegale che i Cpt vanno chiusi allora non c'è nulla da discutere».

E' andata come temeva. In occasione del forum promosso a Bari dal presidente della Regione Puglia, altri presidenti di Regione (oltre a Vendola, Del Turco per l'Abruzzo, Loiero per la Calabria e De Filippo per la Basilicata) e vicepresidenti o assessori di altre dieci Regioni (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Liguria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise e Sardegna) hanno chiesto «il superamento dei centri di permanenza temporanea, e l'istituzione di un tavolo di confronto con il governo per definire risposte alternative che tutelino i diritti e promuovano la sicurezza sociale». «Serve una nuova politica dell'immigrazione – ha detto il presidente della Regione Puglia – nella quale non ci siano più quote di ingresso, nella quale al centro ci sia l'inviolabilità dei diritti umani. Le ricette non vanno cercate nella farmacia dell'ordine pubblico. L'inclusione e l'accoglienza dovrebbero essere il pezzo forte della politica dei flussi migratori partendo dall'idea che bisogna combattere la clandestinità e non i clandestini. Il fatto è che se S.Nicola, patrono di Bari, avesse la sventura di finire qui oggi, finirebbe in un Cpt...». «Il nostro – ha argomentato il presidente della regione Emilia Romagna, Vasco Errani – è un atto di responsabilità e di ricerca del confronto su un tema tanto rilevante». Sarà. Ma dal centrodestra la risposta è un «no» netto.

Attacca il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano (An): «Chiudere i Cpt è inaccettabile. Questa sinistra sostiene che chiunque può entrare liberamente in Italia senza permesso e senza regole. Per conseguenza si contestano gli strumenti, come i Cpt, che servono a identificare il clandestino e a riaccompagnarlo nei paesi di origine». «La sinistra della kermesse barese – prosegue Mantovano – non è quella estrema dei no global: è sinistra di governo che non adotta provvedimenti di integrazione degli immigrati regolari e invece vuole aprire la porta ai clandestini».

«Chiudere i Cpt – rincara la dose la vicepresidente dei deputati di Forza Italia, Isabella Bertolini – è una richiesta assurda e pericolosa: mai come ora contro i clandestini serve il pugno di ferro». «La chiusura dei Cpt è una cosa talmente stupida – sostiene il presidente dei senatori della Lega Nord Ettore Pirovano – che è fuor di ogni logica. C'è una guerra, e quindi prima vengono i diritti degli italiani e dopo vengono i diritti dei clandestini. Il buonsenso non è di casa a sinistra». Ergo, se quello di Bari voleva essere un invito al dialogo, è naufragato prima di nascere.


    

 

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