ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL SUD
(Sezione:  Cronache calabresi     Pag.     )
Mercoledì 10 Settembre 2003

Virgilio Squillace

Crotone “Operazione matrioska”: 23 agli arresti per associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina

Una “tratta delle schiave” dall'Est

Le donne venivano impiegate come braccianti, “badanti” di anziani o prostitute


CROTONE – «A stare col nonno», spiegavano i mediatori alle ragazze che al telefono chiedevano dove dovessero andare una volta arrivate in Italia. Ucraine e bulgare, avendo in dote la risorsa dell'essere giovani e carine, avevano una possibilità in più. Il discorso era chiaro, brutale nella sua semplicità: c'era da guadagnare 500 euro al mese per fare da “badante” ad un anziano, oppure 750 per accontentarlo in tutto. Centinaia di pensionati calabresi sono stati – diciamo così – indotti in tentazione da mediatori astuti e organizzati. Se le donne fatte arrivare in Calabria dall'Ucraina e dalla Bulgaria erano in età matura, venivano avviate all'agricoltura o a fare da badanti agli anziani. Se invece erano giovani, si mandavano a servizio nei ristoranti e nei bar. Se, infine, erano giovani ed avvenenti, la proposta era quella che dava la possibilità di mettere insieme più soldi, prestando ben altre “cure”. Cos'è, un romanzo di Camilleri? Nient'affatto. È l'accusa mossa a 23 persone – due ucraini, una bulgara e gli altri 20 calabresi – arrestate ieri dalla Squadra mobile della questura di Crotone, a conclusione di un'indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Federico Somma. I reati contestai per tutti e 23 gli arrestati (qui accanto l'elenco: dalle residenze si evince la ramificazione dei contatti) sono quelli di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina ed alla permanenza sul territorio nazionale, al reclutamento di persone da avviare alla prostituzione o comunque ad attività di sfruttamento sessuale, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

«Reati turpi», ha commentato ieri mattina il procuratore della Repubblica Franco Tricoli, nel corso della conferenza stampa che ha illustrato i risultati di quella che è stata definita dagli investigatori “Operazione Matrioska”. Tricoli è stato durissimo: «È il mercato degli schiavi, è la tratta delle donne. Esiste una richiesta di lavoratori in nero, ed esiste anche una richiesta di prostituzione nel mondo cosiddetto civile. Quella di oggi è un'operazione di grande importanza». In serata sono giunte al questore di Crotone Rocco Gerardi le congratulazioni del sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano. L'inchiesta è cominciata un anno fa per iniziativa della Squadra mobile diretta dal dott. Nino De Santis. I poliziotti avevano notato che spesso, all'arrivo di giovani donne straniere in città, c'era qualcuno ad attenderle per prelevarle al terminale dei bus o alla stazione ferroviaria. Identificate le prime persone, ci si è resi conto che valeva la pena indagare a fondo. «Abbiamo scoperchiato un “vaso di Pandora” – ha spiegato ieri il sostituto Federico Somma – sono state documentate subito numerosissime conversazioni con richieste di prestazioni sessuali, soprattutto da parte di anziani disponibili a pagare». Somma ha parlato di centinaia di straniere fatte arrivare a Crotone ed in Calabria in condizione di clandestinità, lungo percorsi parallelli che portavano all'agricoltura, all'assistenza familiare, alla prostituzione: «Questa tipologia era la più remunerativa, per chi si prestava e per i mediatori che istradavano le donne».

Il dirigente della Squadra mobile Nino De Santis ha parlato di centinaia di donne arrivate dall'Est europeo: «Ogni mediatore aveva contatti diretti con tutti gli altri mediatori, a partire da chi era in collegamento con le zone di partenza delle donne. Intercettata la domanda, era pronta l'offerta. Le indagini hanno documentato tutto: conversazioni, spostamenti, permanenze». Tariffe stabili, rete comune di contatti: il “gip” Paolo De Luca ha riconosciuto l'ipotesi associativa proposta dal pm Somma. «Non sono emersi collegamenti con gruppi mafiosi – ha precisato De Santis – ma tre degli indagati di oggi erano già stati coinvolti due anni fa nell'Operazione Marta per gli stessi reati». Le ragazze arrivavano a Crotone, a Botricello, in autobus ed in treno, facendo tappa a Napoli. Poi venivano smistate nelle province calabresi. Una ventisettenne ucraina ha pagato 150 dollari di “biglietto” per arrivare in autobus a Napoli. Scesa a Piazza Garibaldi, da una cabina ha composto il numero di “cellulare” che le era stato dato, per avvertire del suo arrivo la persona che avrebbe dovuto portarle il biglietto per Crotone. La cabina era sotto controllo. Intercettata la telefonata, gli investigatori hanno cercato sui tabulati l'intestatario di quel telefonino. Sorpresa! Risultava a carico di un'improbabile “Loren Sofia, nata a Pozzuoli”. Così un fantasioso mediatore napoletano l'ha fatta franca.


    

 

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