ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD
(Sezione:    Pag.     )
Domenicaì 13 Aprile 2003

to. lic

IL COMMENTO

La legalità ha un costo


 

La festa per celebrare i 151 anni della Polizia diventa quasi un derby tra le scuole reggine. Gli alunni assiepati sulle scale della magica Arena dello Stretto agitano al vento le bandierine tricolori e “urlano” non appena la voce gentile di una speaker pronuncia il nome della loro scuola di appartenenza. Ma i ragazzini fanno il tifo e applaudono pure durante le operazioni simulate quando il pastore tedesco scopre la droga in un'automobile, quando i soccorritori traggono in salvo due persone su un'imbarcazione in fiamme, quando il “robot” Willy contribuisce a disinnescare un ordigno. La campagna della “polizia di prossimità” dà i primi risultati positivi. I ragazzi cominciano a vedere nell'uomo in divisa un amico, un punto di riferimento. Forse, tra qualche generazione, la lotta delle forze dell'ordine contro la mafia e il terrorismo, i “mostri” della nostra epoca, potrà diventare meno difficile. Almeno questa è la grande speranza.

Non arrendersi mai. Ma per ottenere successi significativi occorre la collaborazione dei cittadini. E se buona parte degli alunni di oggi riuscirà, diventando adulta, a mantenere questa simpatia per gli uomini (e le donne) in divisa, ci potrà essere una maggiore sinergia tra la futura società e le future forze dell'ordine. Anche perché nel frattempo “il poliziotto di quartiere” (o il carabiniere o il vigile), servizio istituito con buoni risultati da pochi mesi, contribuirà a rafforzare i vincoli di simpatia e di collaborazione tra uomo in divisa e cittadino. Essere poliziotto a Reggio oggi non è facile. Se in questa città e in questa provincia, la pax della 'ndrangheta, seguita alla devastante guerra degli anni Ottanta, ha praticamente fatto sparire dai bilanci della criminalità organizzata la voce “omicidio mafioso” (i casi nell'ultimo anno sono rarissimi), è anche vero che racket, usura, spaccio di droga e tentativo di controllo delle attività delle imprese costituiscono un terreno fertile sul quale le cosche arano senza ritegno e, a volte, con spaventosa ferocia. Gli attentati notturni, gli “avvertimenti”, le minacce sono all'ordine del giorno e la polizia deve confrontarsi quotidianamente con l'omertà, spesso frutto della paura, per scoprire le operazioni criminali e assicurare alla giustizia i responsabili dei delitti. Il questore Biagio Giliberti, nella sua relazione a braccio, ha tracciato un quadro in cui risaltano gli sforzi e i sacrifici delle le forze di polizia che fanno di tutto per favorire la legalità e per impedire gli attentati criminali.

Sono stati conseguiti risultati importanti, catturati latitanti anche di spessore (tra questi Luigi Facchineri inserito nell'elenco dei trenta più pericolosi d'Italia), sventate diverse azioni delittuose. La Questura si sta dedicando a tutto campo, operando anche nel sociale (vedi tutta l'attività in favore degli extracomunitari, della lotta al lavoro nero), nell'opera di prevenzione. Il dott. Giliberti chiede il sostegno dei cittadini, parla anche a volte di «ingiustificata sfiducia», dichiara incessante la lotta alla criminalità «per colpire al cuore il fenomeno». In tal senso risuonano significative le parole del sottosegretario all'Interno Mantovano: «La forza della legge non si deve trasformare nella legge della forza». Per l'uomo di governo, lo Stato crede nell'impegno della Polizia di Stato che continua a dare il suo alto contributo di sangue. Negli interventi di Giliberti e Mantovano ritorna spesso un nome: Emanuele Petri, ultimo eroe poliziotto caduto sul fronte del dovere, ucciso dal terrorismo. Purtroppo la legalità ha un costo!


 

vedi i precedenti interventi