ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:  INTERNI   Pag.   13   )
Giovedì 17 Aprile 2003

Amedeo La Mattina

IL VICEPREMIER ANNUNCIA A VIENNA UN DISEGNO DI LEGGE DEL GOVERNO

Fini: sarà sanzionato il possesso di droga

«Cesserà ogni distinzione nella lotta alle sostanze leggere e pesanti» «Sarà un salto culturale, come chiedono da tempo famiglie e polizia»


 

inviato a VIENNA

La riunione Onu della Commissione sugli stupefacenti era il palcoscenico più adatto per illustrare cosa intende fare il governo italiano. Anche perchè qui l’Italia vanta il primato di maggiore contribuente per la lotta internazionale alla droga. E allora per Gianfranco Fini era il contesto ideale per lanciare un messaggio forte: guerra senza quartiere, senza distinzione tra droghe leggere e quelle pesanti. Una guerra che prevede sanzioni penali non solo per chi le spaccia ma anche per chi ne fa uso personale. Insomma, tolleranza zero. Anche se, per la verità, il vicepremier ha battuto pure i tasti della prevenzione e del recupero. «Non si tratta di un giro di vite, di una semplice repressione», ha spiegato il vicepremier, illustrando il disegno di legge che presenterà in Consiglio dei ministri alla ripresa dalle ferie pasquali. «Ma è arrivato il momento - ha aggiunto - di affermare un giudizio negativo su qualsiasi tipo di stupefacenti. Cambia l'atteggiamento dello Stato che non può essere indifferente di fronte al consumo di sostanze stupefacenti anche per uso personale».

Un messaggio forte, in piena campagna elettorale, che ha comunque il tono e il senso del giro di vite, che vuole avere il timbro della destra come lo stesso Fini ha anticipato domenica scorsa a Montecatini a una platea di amministratori di An. Non a caso in quell’occasione ha fatto una serie di esempi di cosa vuol dire interpretare quella «destra profonda» che c’è nel Paese, quella «vasta opinione pubblica che ci chiede legge, ordine, sicurezza». E tra questi esempi ha indicato nuove norme di modifica della legge Iervolino-Vassalli del ‘90.

E ieri a Vienna, insieme al sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (estensore del provvedimento) e ai parlamentari Mario Landolfi, Andrea Ronchi e Raffaele Costa, il disegno di legge ha preso forma, con tante novità, come la «quantità massima tollerabile» o «dose massima sostenibile». Definizione data da Mantovano. Questo è un concetto fondamentale: si tratta della dose di sostanza stupefacente che si può detenere, sopra la quale scattano le sanzioni penali: detenzione da sei a venti anni (finora andava da otto a venti anni) e, in caso di attenuante, da uno a sei anni. Al di sotto di questa dose, invece, sono previste sanzioni amministrative: multa, sospensione della patente, del porto d'armi, del passaporto e del permesso di soggiorno turistico. In caso sia di sanzioni amministrative che penali, queste possono essere sospese se l'interessato è disponibile a un corso di recupero e di disintossicazione. Per Fini questa legge rappresenta un salto culturale, è quello che chiedono le famiglie, gli operatori del settore, la polizia.

Un modo per introdurre una «certezza interpretativa». «I magistrati - ha osservato il vicepremier - oggi non hanno un parametro di riferimento. Viene assolto per esempio colui che viene trovato in possesso di un chilo di “fumo” con la motivazione che stava andando in vacanza e quindi aveva bisogna della scorta. Questo non è più tollerabile». Dunque, viene in qualche modo reintrodotto un parametro (da fissare in una tabella ad hoc), come c’era nella legge Iervolino. Si chiamava modica quantità per uso personale ed è stata eliminata dal referendum radicale del ‘93. Ma questo per Fini non è un problema, «perchè in dieci anni l’opinione pubblica cambia». E soprattutto cambiano i governi e le linee di politica sociale. In ogni caso, ha sostenuto il vicepremeir, «metto in conto che arriveranno anatemi verso questa proposta, ma con un dibattito ideologico non si fanno passi avanti». L’impostazione della legge, che poggia sui «tre pilastri della prevenzione, recupero e repressione», secondo Fini corrisponde alle considerazioni che vengono fatte in sede Onu. Ma fuori dalla porta dove ieri si svolgeva la sua conferenza stampa e in alternativa ai lavori delle Nazioni Unite, la Lega Antiproibizionista contestava porprio questa impostazione.

Il radicale Marco Cappato faceva presente che dopo 5 anni dall’inizio del piano Arlacchi per l’eliminzione delle droghe «gli stessi dati Onu ci dicono che sono aumentati produzione, consumo e traffico di tutte le droghe a livello mondiale, nonostante accordi e finanziamenti Onu ai peggiori dittatori». «Questo è un vecchio discorso», ha commentato Fini liquidando Cappato che gli mostrava delle tabelle. Le reazioni non si sono fatte attendere. Rosy Bindi della Margherita ha definito «sconcertante» il ddl Fini: «Dopo due anni di governo non c'è stato un solo intervento per il recupero dei tossicodipendenti e il sostegno alle comunità terapeutiche, ai Sert». E per la diessina Livia Turco reintrodurre la modica quantità significa colpire i tossicodipendenti e mostrare «il vero volto che è quello della repressione».


 

vedi i precedenti interventi