ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:  CRONACHE   italiane   Pag.     11)
Lunedì 16 giugno 2003

Giacomo Galeazzi

IL SOTTOSEGRETARIO ALL'INTERNO ALFREDO MANTOVANO  

«Un problema da risolvere insiene a tutti i paesi della Ue»


ROMA

«Le scorse estati gli sbarchi avvenivano in tutto il Mezzogiorno adesso si concentrano a Pantelleria, Lampedusa e Porto Empedocle. La colpa è dell'embargo che impedisce di presidiare efficacemente le coste libiche: anche sotto questo profilo il ministro Pisanu si sta impegnando per coinvolgere la Ue nella gestione dell'emergenza-clandestini, è assurdo chiederne le dimissioni». Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano si dice «sorpreso e dispiaciuto» per l'attacco leghista, arrivato mentre il Viminale è «quanto mai impegnato a inserire le nuove norme in un contesto più ampio, a livello europeo, affinché i costi della lotta alla clandestinità vengano distribuiti tra tutti i Paesi Ue».

Malgrado il giro di vite promesso dalla Bossi-Fini siamo di nuovo in piena emergenza clandestini?
«I dati parlano chiaro. Le rotte per Puglia e Calabria sono state azzerate. Il fronte caldo resta purtroppo il canale di Sicilia. Capisco l'impatto emotivo delle immagini televisive di queste ore, l'impressione suscitata dal centro di Lampedusa assediato. Però non bisogna perdere di vista il quadro generale. Complessivamente, infatti, gli arrivi sono diminuiti. Nel primo quadrimestre 2003 ne sono sbarcati 33.470 contro i 49934 dello stesso periodo del 2002. Durante la guerra sono arrivati centinaia di egiziani che chiedevano asilo spacciandosi per iracheni in fuga dalle bombe. La legge Bossi-Fini non è mai stata presentata da nessuno come la bacchetta magica che avrebbe risolto tutti i problemi dell'immigrazione clandestina. Si tratta, invece, di un tassello importante di una strategia più ampia, che conosce in questo periodo un aumento di impegno e consapevolezza da parte del l'Ue nel suo insieme, attraversa la moltiplicazione dei contatti sul pia no internazionale».

Ci sono anche problemi di copertura finanziaria della lotta alla clandestinità?
«No. I fondi sono garantiti sia nella Bossi-Fini che in Finanziaria. In ogni modo, non può essere solo affar nostro. Uno degli obiettivi del governo è giungere alla redistribuzione delle forze e degli oneri finanziari secondo il principio di "burden sharing", in considerazione del fatto che l'immigrazione clandestina è un fenomeno che coinvolge l'Unione europea nel suo complesso e non soltanto i Paesi più esposti. Il ministro Pisanu sta ottenendo una politica comune europea nei confronti dei Paesi di provenienza e transito degli il immigrati clandestini, per giungere ad accordi operativi e di riammissione in grado di frenare il fenomeno. Su questo c'è oggi una decisione maggiore rispetto a 3-4 armi fa. Finalmente si ha la consapevolezza che si tratta di una questione da affrontare nella sua unitarietà. Adesso bisogna tradurre le intenzioni in misure concrete. Anche perché il fenomeno dell'immigrazione clandestina verso i Paesi europei è destinato a continuare nel prossimo futuro».

La Lega punta l'indice contro la carenza di risultati...
«E' profondamente ingiusto. Con la legge vi è stato un contenimento degli sbarchi, ma ci sono fattori contingenti. Sulle coste libiche, per esempio, si registra la pressione di flussi migratori che puntano verso il Canale di Sicilia. Per questo la legge non può essere la soluzione del fenomeno. Il governo (con Pisanu in prima linea) sta facendo tutto il possibile per evitare che un singolo Paese diventi il ventre molle dell'Europa».

Perché non funzionano i controlli in mare?
«Finora non tutti gli accordi bilaterali con i paesi di provenienza stanno producendo gli stessi risultati. In particolare l'embargo nei confronti della Libia ci crea grossi problemi. I paesi vicini trovano più comodo partire dai porti libici. Con la Libia, perciò, è necessario rimuovere l'embargo, seguendo un percorso già praticato, con successo, assieme alle autorità albanesi. La polizia libica non se ne sta con le mani in mano, interviene, ma attraverso il sud del paese arrivano clandestini dal resto dell'Africa. Si fa interdizione in un luogo, si spostano poi di 20 o 30 chilometri. Bisogna tener conto di questa complessità. Sull'immigrazione c'è sempre stata una forte dialettica all'interno della maggioranza, poi però si è sempre votata compattamente la linea concordata. Spero che ciò, nonostante l'inspiegabile richiesta di dimissioni di Pisanu, continui ad accadere».


    

 

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