ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:        Pag.     3)
Martedì 14 Giugno 2005

a.l.m

IL SOTTOSEGRETARIO ERA NELL'ESECUTIVO DI VIA DELLA SCROFA

  

 Anche Mantovano lascia «Così ci danneggiamo»


 

ROMA

«Non si pub andare avanti come se nulla fosse accaduto, non possiamo mettere la polvere sotto i tappeti, anche perche di polvere ormai ce n'e a quintali. Così ci danneggia il partitO». Alfredo Mantovano si è dimesso dall' esecutivo di An e da coordinatore regionale per la Puglia in aperto dissenso aIle posizioni di Gianfranco Fini. La principale preoccupazione del sottosegretario agli Interni e la perdita di consenso che sta subendo la destra dalla divaricazione tra il suo leader e l'elettorato di riferimento. E ora, se An sta stretto a Fini, «e il caso che il confronto sia serio, se necessario anche duro, sempre nel rispetto reciproco che non e mai venuto meno».

Lei pensa che Fini stia danneggiando An?
«Io osservo che la destra in tutto il mondo, come rilevano le recenti esperienze americane, oggi e più legata a certi valori rispetto al passato. II voto referendario in Italia ha dimostrato che questi valori hanno una forte componente popolare e noi che facciamo, andiamo dall'altra parte? Una linea del genere è sbagliata nel merito e anche dal punto di vista dell' opportunita politica perche ci fa perdere fasce larghissime di elettorato. Sono convinto che l' elettore che ha sempre votato An, si troverà nelle vicinanze qualcosa di più credibile nell' area del centro destra».

Con le sue dimissioni lei mette in discussione la leadership di Fini?
«Io non metto in discussione Fini ma la linea che in questi ultimi mesi ha portato avanti. All'inizio ha invocato la libertà di coscienza; poi, quella che doveva essere una posizione personale, è diventata militante, una sorta di partecipazione alla campagna elettorale, prendendo le distanze dal riconoscimento delle radici cristiane dell'Europa. Solo sei mesi fa Fini ha scritto la prefazione al mio libro "Ritorno all'Occidente" in cui spiegava perche è importante che una forza politica faccia le sue battaglie aderendo al diritto naturale. Io sto a questo, se dovessi fare un riferimento personale. Il nostro è stato un legame politico e di 1avoro che si fondava su un impegno comune e su comuni valori di riferimento. Oggi leggo una dichiarazione del presidente di An nella quale dice che un partito non può interessarsi alle questioni poste a base del referendum, ma deve occuparsi di economia. Se ne devono occupare solo gli scienziati e i tecnici? Perche in tutto il mondo si fanno certe leggi e gli schieramenti si dividono sui valori? Allora George Bush sbaglia? Dire che i partiti si devono occupare di economia e il superamento di uno spartiacque».

Forse e solo un'idea diversa di destra oppure pensa che Fini abbia cambiato posizione?
Io non ho modificato le ragioni delIa mia adesione ad An che sono contenute negli atti fondativi di An, incluso il programma con il quale ci siamo presentati alle elezioni politiche del 2001 che conteneva una parte riguardante i temi della difesa della vita e della famiglia. Oggi mi trovo a disagio a rappresentare il partito con incarichi che sono di stretta fiducia di Fini. Ma io lo sfiderei a fare un referendum sull'opinione che ha la base su ciò che ha costituito oggetto di referendum. Dentro An esiste un problema politico che consiste nella divaricazione tra la posizione assunta dal leader e ciò che la destra ha sempre sostenuto, non soltanto in Italia. Io ho difeso a spada tratta Fini quando ha proposto il voto agli immigrati e quando è andato a Gerusalemme. L'ho fatto senza che lui me lo chiedesse, perchè condividevo la sostanza del suo pensiero. Ritengo che questo rappresentava un cammino in avanti. Invece la sua posizione sui referendum non è un' evo1uzione ma una rottura con tutto quello che siamo stati finora».

Fini non ha diritto alIa libertà di coscienza?
«In assoluto per ogni leader di partito, ancora di piu per il leader di un partito di destra, L' espressione di una posizione viene identificata da tutti come la posizione del partito».


    

 

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