ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione: Interni   Pag. 9  )
Sabato 13 luglio 2002

Giacomo Galeazzi
QUELLO CHE SERVE SAPERE SULLA BOSSI-FINI

Colf e badanti, 60 giorni di tempo per la richiesta di regolarizzazione



ROMA

Nessuna corsa immediata in prefettura o in questura per mettere in regola colf e badanti straniere. E´ l´ufficio postale la meta obbligata per chi ha in casa un collaboratore extracomunitario in nero. Lì sarà a disposizione un kit formato dal modulo, dal bollettino del conto corrente e dalla busta prestampata per la raccomandata. Non bisogna attivarsi adesso, ma tra oltre un mese: 60 i giorni a disposizione. La dichiarazione di "emersione" dovrà essere presentata, infatti, entro due mesi dall´entrata in vigore della legge, ossia tra la fine di agosto e quella di ottobre.

Stavolta il giro di vite anti-clandestini, assicurano al ministero degli Interni, non provocherà né lunghe file né marce a tappe forzate fra burocrazia e carte bollate. A ventiquattro ore dall´approvazione definitiva della legge Bossi-Fini, il Viminale detta il "vademecum" delle nuove norme sull´immigrazione. «L´istanza di regolarizzazione non va inoltrata subito- spiega il viceministro dell´Interno, - la legge entrerà in vigore entro la fine di agosto, unitamente al decreto sulla regolarizzazione degli immigrati occupati in nero nelle imprese italiane».

Al momento, anche se restano da precisare alcuni dettagli, sono questi i tempi e i modi per far emergere dalla clandestinità colf e badanti che assistono le famiglie della Penisola. I datori di lavoro non dovranno andare nelle prefetture e nelle questure, bensì presso uno dei 14mila uffici postali. Lì troveranno moduli a lettura ottica, la cui compilazione consentirà di avviare i meccanismi della regolarizzazione. I dati dichiarati verranno avviati telematicamente alle prefetture che, attraverso le questure, effettueranno le istruttorie di verifica. Solo a quel punto i datori di lavoro e i lavoratori immigrati interessati verranno convocati dalle prefetture per la stesura dei contratti di lavoro che daranno origine ai permessi di soggiorno. «Nel frattempo - precisa il sottosegretario Mantovano - il ministero del lavoro avrà emesso il decreto che indicherà il contributo che bisognerà pagare agli uffici postali per mettere in regola colf e badanti.

Per quanto riguarda la regolarizzazione degli extracomunitari occupati in nero nell´industria, sarà un apposito decreto legge a stabilire il contributo dovuto». Ogni famiglia potrà mettere in regola un´unica colf, mentre non vi sono limiti per le badanti, ossia le persone che assistono anziani non autonomi, disabili, malati. Una volta presentata la domanda all´ufficio postale, in pratica, i datori di lavoro e le colf clandestine dovranno soltanto aspettare. La Prefettura e la Questura, una volta ottenuta la documentazione dalle Poste, dovranno in venti giorni verificare d´ufficio l´assenza di impedimenti legali o penali alla stipula del contratto. Ottenuto il nulla osta dalla questura, la prefettura è obbligata a convocare le parti (in pratica non prima di un mese dalla presentazione della domanda alla Posta) per la firma del contratto di soggiorno da parte di datore di lavoro e lavoratore ed il rilascio del permesso di soggiorno allo straniero.

Il contratto di soggiorno di colf e badanti deve prevedere, a partire dalla responsabilità per l´alloggio dell´extracomunitario, tutti gli elementi richiesti ora per ogni categoria di lavoratori stranieri. A differenza dei permessi di soggiorno ordinari, quelli rilasciati a colf e badanti clandestine dureranno soltanto un anno ma saranno rinnovabili alla scadenza «qualora permangano le condizioni del rilascio». Chi dichiarerà consapevolmente il falso nella dichiarazione di emersione o nel successivo contratto rischia una pena da due a nove mesi di carcere. Sarà possibile regolarizzare tutte le badanti e le colf clandestine (ma in questo secondo caso non più di una per famiglia) che lavorano in Italia da almeno tre mesi prima dell´entrata in vigore della riforma.

In pratica, tutte coloro che hanno cominciato a lavorare in Italia prima del mese di aprile 2002. La sanatoria sarà possibile esclusivamente nei due mesi successivi all´entrata in vigore della legge. Fino a ottobre, dunque, i datori di lavoro avranno tempo per presentare l´apposita domanda, che poi dovrà essere consegnata agli sportelli delle Poste. Per essere valida la domanda, ovvero per rispettare la scadenza fissata dalla "Bossi-Fini", farà fede la data del timbro postale: tocca alle Poste trasmettere la documentazione a questure e prefetture.

Per seguire ogni passaggio e fornire qualsiasi tipo di informazioni sulla sanatoria in ogni provincia sarà istituito uno sportello unico per l´immigrazione. Sarà responsabile dell´intero procedimento per l´assunzione dei lavoratori stranieri. Costerà caro non approfittare dei sessanta giorni di tempo fissati dalla nuova legge per mettere in regola i propri collaboratori familiari. Per i datori di lavoro raddoppiano le multe. Chi fa lavorare extracomunitari privi del permesso di soggiorno o con permessi scaduti o falsi, rischia l´arresto da tre mesi ad un anno e multe fino a 5mila euro per ogni lavoratore non in regola.

Novità pure sul fronte previdenziale. Gli immigrati per i quali sono stati versati anche meno di cinque anni di contributi potranno riscattarli ma soltanto al raggiungimento dei 65 anni.

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