ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:    Pag. 5  )
Venerdì 12 luglio 2002

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI INTERNI

Mantovano: un buon punto di partenza, ora acceleriamo

intervista


ROMA «L'APPROVAZIONE definitiva sull'immìgazione non è un punto di arrivo, ma di partenza. Ora spetta al governo dare una realizzazione efficace a questo impegnativo disegno di legge». Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno di Alleanza Nazionale, l'iter della Bossi-Pini lo ha seguito passo passo nei suoi vari passaggi alla Camera e al Senato. E' soddisfatto per l'approvazione: "Ci abbiamo messo un anno - dice - ma ce l'abbiamo fatta". Tuttavia, ribadisce che la partita vera comincia solo adesso, con l'applicazione sul campo delle nuove norme.

Onorevole Mantovano, quali saranno i punti più impegnativi nell'applicazione della Bossi-Fini?
Sono due gli snodi principali su cui il governo è chiamato a impegnarsi da subito. Inanzitutto il meccanismo delle espulsioni che sarà molto più intenso rispetto al passato. Infatti, d'ora in poi, gli immigrati clandestini dovranno essere riaccompagnati nel loro paese d'origine. Questo significa costi più elevati e un coinvolgimento maggiore di personale di polizia. E poi c'è tutta la parte che riguarda il permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro, ma sono fiducioso perché il contatto tra gli uffici diplomatici e le prefetture è già stato avviato efficacemente.

Ieri avete approvato un ordine del giorno che somiglia molto al tanto contestato "emendamento Tabacci", in sostanza avete dato via libera alla regolarizzazione dei lavoratori immigrati in nero. E già l'opposizione parla di "sanatoria".
Non è una sanatoria, semmai lo fu quella che fece il governo dell'Ulivo nel '98. Noi abbiamo sancito una regolarizzazione che prevede il pagamento di un forfait di contributi per il pregresso e la stipula di un contratto di lavoro in regola. Inoltre controlleremo che tutto ciò sia stato fatto, incrociando i dati di Inail, Inps e delle Prefetture. Inoltre per regolarizzare i lavoratori extracomunitari, basterà che il datore di lavoro si rechi in un qualunque ufficio postale e compili un modulo. Abbiamo già stipulato un accordo con le Poste.

Quanto ci vorrà prima che la nuova legge vada a regime a tutti gli effetti?
Ci vorranno alcuni mesi. Dobbiamo sperimentarla sul campo e non è detto che non si possano fare delle correzioni in positivo.

Anche sulle impronte digitali agli extracomunitari?
Quel punto non sarà certamente modificato. Intendiamoci: non si tratta come dice l'opposizione di uno strumento razzista e intollerante, è solo uno strumento di garanzia che serve a identificare le persone. Tutto qui.     [m. m.]

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