ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione:    Pag.   11   )
Venerdì 4 Aprile 2003

Emanuele Novazio

 

Sugli aiuti Ulivo diviso in tre

Passa la mozione della Cdl, molte assenze


 

Roma

Ulivo spaccato, maggioranza compatta: le previsioni di voto sugli aiuti alla popolazione irachena sono state rispettate, e con l´approvazione della risoluzione presentata dalla Cdl la Camera impegna il governo ad appoggiare le iniziative umanitarie dell´Unione Europea e delle agenzie delle Nazioni Unite, a partecipare a «ricostituire le condizioni propizie all´afflusso degli aiuti» e a lavorare per la coesione dell´Ue in vista del suo ruolo nella ricostruzione dell´Iraq (un secondo documento di maggioranza chiede un impegno particolare per gli aiuti ai bambini iracheni). Respinte invece le quattro mozioni della minoranza, variamente attestate sul tema della condanna alla guerra: due (Ds-Margherita e Verdi-Pdci-Prc) sollecitavano il governo ad impegnarsi per un immediato cessate il fuoco, mentre quella Sdi-Udeur non subordinava la distribuzione degli aiuti alla sospensione delle ostilità, e quella presentata dal Nuovo Psi invitata il governo a disapprovare la dottrina Bush della guerra preventiva. Ma protagonisti delle sei votazioni sono stati soprattutto gli assenti di entrambe le parti: una «Casa delle Libertà» in difficoltà numerica (mancavano 74 deputati, 30 di An, 25 di Fi, 12 dell´Udc e 7 della Lega) è riuscita a fare approvare per soli 18 voti i propri documenti grazie alle vaste defezioni registrate fra i partiti di minoranza, 2 del Prc e 42 dell´Ulivo, esattamente la metà dei Ds e la metà della Margherita. La loro partecipazione al voto avrebbe potuto fare la differenza: la Camera ha respinto il documento Ds-Margherita con 243 voti contrari e 185 favorevoli, a fronte di una maggioranza richiesta di 215 consensi.

Se le opposizioni avessero ripetuto ieri il voto unitario già espresso contro il conflitto, la mozione sarebbe passata. La fotografia del voto conferma che sulla guerra le posizioni restano profondamente divise e tormentate, in Parlamento, anche se in discussione ci sono questioni che di per sè non sollevano divergenze di fondo come gli aiuti umanitari: oltre ad astensioni diffuse e decisive vanno registrati dinieghi incrociati su documenti di bandiera e adesioni impreviste a quelli avversari (un solo esempio: la mozione della maggioranza sugli aiuti ai bambini ha registrato il no di un deputato An e le astensioni di due leghisti, un verde e un diessino). Ma l´analisi delle risoluzioni conferma che le divergenze nascono quando sul tappeto c´è l´azione del governo, e rivela silenzi eloquenti soprattutto da parte della maggioranza: la mozione Cdl aggira il problema della concreta distribuzione degli aiuti alla popolazione irachena, ignora la dottrina Bush sulla guerra preventiva e tace sul problema dell´accoglienza dei profughi in Italia, un tema inviso alla Lega.

Se arriveranno davvero i profughi riceveranno assistenza, garantiscono tuttavia i sottosegretari agli Esteri Margherita Boniver e agli Interni Alfredo Mantovano, ma gli interventi saranno decisi «in un quadro di suddivisione degli oneri fra i Paesi che partecipano all´operazione umanitaria»: il governo - che ha stanziato 15 milioni di euro per aiuti in loco ai civili, oltre a 13 milioni in ambito Ue - ha già varato un provvedimento straordinario e la struttura d´accoglienza è già pronta. «L´opposizione ha una strabiliante capacità di dividersi anche quando sfila insieme dietro le bandiere dei pacifisti», ironizza il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi. «Nessuno scandalo, il voto fotografa semplicemente l´esistenza delle tre anime della coalizione», ribatte il segretario dell´Udeur Clemente Mastella. «Un giorno triste per l´Ulivo», lamenta il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti. Per il diessino Luciano Violante, al contrario, è meglio avere posizioni diverse che firmare «un documento ipocrita» come quello della maggioranza che serve soltanto a «coprire le debolezze del governo»: «L´Ulivo è unito sul no alla guerra, sulla sospensione dei bombardamenti e sulla necessità di lavorare per la democrazia in Iraq», le differenze sono «soltanto semantiche». Ma il capogruppo dei Ds mette anche in guardia i movimenti pacifisti dai pericoli dell´antiamericanismo e dell´antisionismo: «Ogni tanto emerge come qualcosa di sporco che viene su dall´acqua, ma noi europei abbiamo un debito non risarcibile nei confronti degli ebrei. Questi sono muri che non si valicano».


 

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