ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Il Sole 24Ore Martedì 26 febbraio 2002

M. Lud.

DOPO L'ALLARME DI CASTELLI

Mantovano: non vedo il pericolo di attentati ma la vigilanza è massima


 

ROMA - "Siamo nelle condizioni di garantire che ogni manifestazione si svolga nella massima sicurezza, compreso uno sciopero generale". , sottosegretario al ministero dell'Interno, ritiene che le proteste di questi giorni, come quella al Palavobis di Milano, "non fanno pensare ad attentati o a pericoli improvvisi". Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, aveva detto domenica scorsa di temere violenze, come nel clima degli 'anni di piombo'. Mantovano osserva che "sicuramente c'è un clima politico che potrebbe spingere al ribellismo anarcoide. Anche perché l'opposizione non è in grado di fronteggiare la maggioranza con proposte concrete. In Parlamento ricorre all'ostruzionismo, come nel caso del disegno di legge sull'immigrazione. La contestazione politica, dunque, continua a rimanere fuori dalle sedi istituzionali".

In teoria, afferma il sottosegretario agli Interni, "il ripetersi delle sfilate di piazza potrebbe portare a un aumento del rischio della degenerazione e della violenza. Ecco perché ritengo che la discussione deve rientrare nei luoghi tradizionali. Senza naturalmente contestare, con questo, il legittimo diritto alla protesta". Qual è il segnale di allarme rosso che può far intravedere concretamente un pericolo per la sicurezza? "Se nascesse un'alleanza o una saldatura tra il movimento dei No Global e i manifestanti di Milano, per esempio. Ma quell'intesa, per ora, non c'è, lo ha sottolineato anche Bertinotti".

Anzi, il sottosegretario all'Interno sottolinea che "c'è stato l'esempio di una manifestazione, quella dei No Global a Roma, svoltasi in contemporanea con la dimostrazione a sostegno degli Stati Uniti, e tutto è filato liscio. 11 G8 a Genova, insomma, avrà pure insegnato qualcosa". Gli allarmismi che circolano in questi giorni, dunque, non convincono Mantovano, che sembra più colpito dalle modalità di azione politica dell'Ulivo che dalle contestazioni della folla. "Per tornare al disegno di legge sull'immigrazione, al Senato sono stati presentati 2.100 emendamenti. Di questi, 2mila sono dell'opposizione, che chiede sistematicamente la verifica del numero legale per bloccare la discussione. Quando fu varata la legge Turco-Napoletano, il Centro-destra non fece certamente queste barricate selvagge in Parlamento". fl problema dello scatenarsi della violenza, dunque, potrebbe sorgere "se l'opposizione sollecita la piazza, ma poi è la piazza stessa che va oltre. L'uso eccessivo di questo genere di contestazione, dunque, rischia di ritorcersi proprio contro chi fa ricorso soltanto alla piazza".

Il prossimo appuntamento con un clima di possibile tensione potrebbe essere quello dello sciopero generale, se la Cgil confermerà la sua intenzione. C'è il timore che una manifestazione di questo tipo possa degenerare? Mantovano, ancora una volta, preferisce abbassare i toni: "E assolutamente necessario garantire l'espressione del diritto di sciopero, nella massima sicurezza di tutti. E in questo momento siamo in grado di garantire la massima sicurezza, con i mezzi previsti normalmente. Riteniamo, in altre parole, che non siano necessarie misure straordinariamente superiori".

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