ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA SICILIA
(Sezione:     PALERMO     Pag.    29)
MERCOLEDÌ 20 LUGLIO 2005

Mariateresa Conti

 

 In via D'Amelio per non dimenticare

 


 

Il gioco dell'oca della legalità ha la forma di un serpente con 50 caselle. Cinquanta caselle che ricordano i numeri delle stragi - vedi il 23, Giovanni Falcone e l'eccidio di Capaci - ma anche quei principi di legalità minimi quali pagare il biglietto sull'autobus che sono le basi di una mentalità legale. Solo un gioco, certo. Che però in qualche modo resta impresso nella mente di un bambino se dalla casella 37 passa al numero 44 perché ha denunciato ai Carabinieri un furto.

Bambini protagonisti nonostante tutto nel ricordo di Paolo Borsellino e dei cinque agenti trucidati tredici anni fa, il 19 luglio del '92. E meno male che c'erano loro, anche se meno del previsto per una serie di disguidi organizzativi legati alla mancanza di mezzi delle associazioni che hanno organizzato le iniziative in via D'Amelio. Già, perché nella Palermo soffocata da una giornata di afa record solo pochi palermitani hanno sentito il dovere di abbandonare spiagge e abitazioni con l'aria condizionata e ritrovarsi nel pomeriggio lì, di fronte alla lapide con i nomi “ferita” - il nero della vernice è rimasto all'interno di qualche lettera che compone il nome di Paolo - dai vandali qualche settimana fa. Poche centinaia di persone, meno del solito. Il segno tangibile - al di là di qualche lodevole iniziativa come quelle dei ragazzi di Addiopizzo che hanno tappezzato il retro della lapide con i loro volantini - che la società civile, quella che un tempo si riversava in massa a queste iniziative, ha davvero cambiato modo di agire. Rita Borsellino, la sorella del magistrato ucciso, non ci sta: «Non è più tempo – sottolinea – di contare quanti siamo. Siamo quelli più maturi, che ci crediamo davvero, e poi, per tante facce che non si vedono più perché magari hanno deciso di combattere in maniera diversa la battaglia, ci sono anche i volti nuovi, le facce pulite dei ragazzi che lavorano le terre confiscate ai boss. Se a Paolo quando era vivo avessero detto che un giorno dei giovani avrebbero coltivato e fatto fruttare le terre strappate a Cosa nostra si sarebbe fatto una delle sue belle risate...E invece questa, adesso, è una realtà».

Una realtà presente ieri pomeriggio in via D'Amelio, con il banchetto di vendita di pasta, melenzane e prodotti di Liberaterra, e la distribuzione di un libriccino ideato da «Contrariamente» e pubblicato dalla Presidenza del Consiglio comunale. Bimbi protagonisti nonostante tutto, si diceva. A interrompere i giochi solo la cerimonia ufficiale che ha visto tutti insieme rappresentanti di Comune, Provincia, Regione, il presidente dell'Antimafia Roberto Centaro e il vicecapo della Polizia Antonio Manganelli. E poi il pellegrinaggio dei singoli a quel monumento alla memoria che qualcuno ha voluto ornare anche con una sciarpa rosanero.

Nel pomeriggio alle 16 e 30 il momento della riflessione, guidato dagli scout dell'Agesci. Quindi la lettura - fatta dal noto attore Renato Scarpa, che da anni, puntualmente, il 19 luglio è in via D'Amelio, come la vedova di Antonino caponnetto - della preghiera alla Vergine contenuta nel 33° canto della Divina Commedia. Quindi, alle 16 e 55, due minuti di silenzio, scanditi dalla tromba dei ragazzi della Fiamma tricolore che, simboli coperti e bandiere italiane al vento, hanno fatto da contorno alla manifestazione. «Paolo vive», hanno gridato, e poi l'applauso di tutti i presenti. La manifestazione è quindi proseguita tra riflessione e balletti. Quasi alla conclusione, l'arrivo del procuratore Grasso e dei familiari del magistrato ucciso, la moglie, Agnese, i figli, Fiammetta e Manfredi con la moglie Valentina.

In serata gli ultimi due appuntamenti. Quello alla Biblioteca regionale, con un dibattito cui ha partecipato, tra gli altri, il procuratore Pietro Grasso, e la proiezione del video di Carlo Lucarelli «Sono morti invano?», e la tradizionale fiaccolata di Azione giovani, che ha visto la partecipazione del ministro Gianni Alemanno e del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. La fiaccolata è partita poco dopo le 20 e 30 da piazza Vittorio Veneto ed ha raggiunto via D'Amelio. Numerosi i partecipanti, per lo più giovani - ma erano presenti pure numerose autorità.


    

 

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