ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Sicilia
(Sezione:    Pag.   5  )
Sabato 12 Aprile 2003

Ga. Be.

 

Terroristi, la «mente» è fuggita

Milano. «Il coordinatore della cellula italiana di Al Qaida ora è in Siria»


 

Roma. Resteranno nel carcere di Milano i sette terroristi islamici arrestati la scorsa settimana in Lombardia ed Emilia. Il gip Guido Salvini ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dal difensore di due esponenti del gruppo legato ad Al Quaeda, il somalo Cabdullaah e l'egiziano Merai: «E' evidente il permanere delle esigenze cautelari». Dalle indagini in corso risulta l'esistenza di una struttura organizzata in grado di agire a livello internazionale. A confermarlo, spiega Salvini, ci sono le intercettazioni telefoniche carpite ai due arrestati in questione dopo il fermo: «Si fa riferimento ad atti di violenza grave che possono avvenire anche in Europa, per porre in essere i quali, tuttavia, i militanti non devono agire da soli prima del tempo ma attendere l'ordine». Non è ancora chiaro cosa stia bollendo in pentola, anche perché non sono state del tutto individuate le associazioni che fanno capo alla rete terroristica. E' evidente, però, che esiste «un elevatissimo pericolo di fuga» e che la vigilanza deve restare alta.

La Digos di Milano, oltretutto, ha scoperto che lo sceicco Abderrazak, coordinatore della cellula lombarda che sarebbe legata ad Al Qaida, si è ormai spostato da Amburgo alla Siria, base logistica dei militanti integralisti destinati ad andare in Iraq per combattere in nome dell'Islam.

E' proprio da lì che Abderrazak avrebbe impartito gli ultimi ordini a Mohammed Daki, il marocchino arrestato sabato scorso sempre a Milano, che aveva il compito di fornire documenti falsi a Cabdullaah per il viaggio verso la Siria. Gli arresti hanno poi «guastato» il programma, ma Salvini assicura che tutti gli indagati disponevano di fornitori di documenti falsi, di denaro da utilizzare in Italia e all'estero, di appartamenti, e di cellulari che venivano continuamente cambiati, «anche in contatto con utenze satellitari usate nei campi siriani e iracheni».

L'oragnizzazione terroristica, insomma, si conferma poderosa ma il dispiego dei mezzi di contrasto non è da meno. Il sottosegretario all'Interno, Mantovano, spiega che le forze dell'ordine e i servizi di intelligence lavorano «in stretto rapporto con le polizie e i servizi di altri Stati». Solo in Italia, sottolinea, ci sono «seimila obiettivi sensibili» costantemente presidiati. Stesso sforzo di prevenzione e sorveglianza lo Stato lo sta impiegando per il terrorismo interno.

«E' feroce ma senza futuro», ha dichiarato ieri il ministro dell'Interno, Pisanu, durante la cerimonia ufficiale per la festa della polizia.


 

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