ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: CRONACHE    Pag.  13  )
Mercoledì 4 Dicembre 2002

Dino Martirano

 

L'INTERVISTA

 

«Hanno creato martiri mentre a Napoli e a Genova restano degli impuniti»


 

ROMA - Alfredo Mantovano lo aveva detto fin dal giorno in cui sono stati arrestati i no global: «L’ordinanza sarà bocciata dal Riesame». E così, oggi, il sottosegretario all’Interno di An può anche aggiungere di non aver «giocato d’azzardo: perché, quella di 10 giorni fa, era una previsione facile, elaborata su elementi di fatto».

Lei ha parlato di «magistratura schizofrenica», ricordando l’assenza di risultati concreti derivanti dalle inchieste di Napoli e di Genova dove si indaga su episodi specifici. Il problema resta?
«Grazie all’inchiesta di Cosenza ora abbiamo dei martiri mentre a Napoli e a Genova abbiamo degli impuniti. E, magari, l’insieme dei martiri e quello degli impuniti hanno delle fasce di sovrapposizione, dei personaggi in comune. Tutto questo dimostra che il contrasto non può essere fatto a prescindere da alcune regole e da modalità operative: deve aderire il più possibile a elementi di fatto».

Il ministro Giovanardi (Udc) ha detto di essere d’accordo con Folena (Ds): «Il Csm deve indagare sugli arresti di Cosenza». Cosa ne pensa?
«Io non mi voglio sostituire al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione che sono i titolari dell’azione disciplinare. Però non posso fare a meno di constatare, in generale, che i provvedimenti disciplinari emessi dal Csm sono una percentuale marginale rispetto alle azioni avviate».

Giovanardi propone che il Csm indaghi anche sugli arresti dei poliziotti napoletani a suo tempo non convalidati.
«Qui va fatto un discorso di prospettiva, altrimenti ci avvitiamo a decidere come punire chi, a sua volta, ha punito».

Dopo la richiesta di archiviazione per il carabiniere Mario Placanica, accusato di omicidio volontario per la morte di Carlo Giuliani, Gavino Angius (Ds) ha chiesto una commissione parlamentare d’inchiesta sul G8. Ci saranno altre polemiche?
«Sulla vicenda dei no global la destra ha dimostrato di non essere assimilabile ai tifosi che applaudono o fischiano i provvedimenti giudiziari in base a preferenze politiche. Ora, invece, la richiesta di Angius mi sembra un evidente caso di sovrapposizione della politica alla magistratura, con la vicenda giudiziaria aperta».

Su una revisione dei reati associativi e di opinione è possibile un’intesa con l’opposizione?
«La vicenda di Cosenza conferma un dato: nell’eccessiva discrezionalità che si lamenta per le iniziative giudiziarie una parte rilevante la recita l’ampiezza di alcune norme incriminatrici. E ora è singolare come la sinistra abbia scoperto quanto sia pericolosa la norma penale che dà ampio margine di discrezionalità».

Lei ha avanzato forti dubbi anche sul decreto Manci no. Li conferma?
«Non ho difficoltà a confermare quanto ho scritto in passato. La legge Mancino punisce anche gli atti che incitano alla discriminazione su base religiosa. Bene, con un’interpretazione estesa della norma, oggi il musulmano che fa semplice proselitismo potrebbe essere anche arrestato perché la pena è fino a 4 anni: e dico questo perché il Corano, a volerlo leggere per come è scritto, è pieno di riferimenti alla discriminazione su base religiosa».

Considerato che la revisione della legge Mancino solleverà un vespaio, qual è la sede per rielaborare i reati associativi e d’opinione?
«Questo è un terreno interessante perché dobbiamo fondare sui fatti il contrasto alla criminalità di ogni tipo, anche politica. Le commissioni Giustizia di Camera e Senato potrebbero fare lo screening sui reati che offrono ampia discrezionalità alla magistratura».


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