ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  POLITICA      Pag.    12)
Sabato 23 luglio 2005

Gian Guido Vecchi

N u o v e   S t r a g i e

 

 I ciellini dicono adddio a Fini, Feeling con Francesco

La rivista «Tempi» lancia l'ex sindaco: ha coraggio. E Socci: il Meeting fischi il vicepremier.


 

MILANO - «Non è solo il referendum, il problema è generale. Per dire, dopo che è saltata in aria Londra uno può anche parlare di Gilardino, ma non avere la percezione dei tempi è grave...». Antonio Socci non è tipo da mandarla a dire, e bastava leggere sul Foglio di ieri le sue considerazioni intorno alla «pulsione suicida» d’un centrodestra indifferente «a quel 75 per cento di italiani che hanno vinto il referendum» e impegnato piuttosto a prendere «a calci negli stinchi» i cattolici: vedi anzitutto Fini e la liquidazione di Alfredo Mantovano. Il vecchio Msi aveva il 4-5 per cento «e lì tornerà», preconizza. Perché «i cattolici non accettano di fare i portatori d’acqua e le foglie di fico. Via le foglie di fico vediamo cosa resta». Di qui l’invito a spernacchiare il leader di An nel prossimo Meeting di Cl, «a lui Rimini serve per dimostrare di non essere isolato dai cattolici e dunque vuole andare. Perciò sarà bene che i cattolici non si facciano usare e preparino i fischietti per fargli capire sonoramente cosa pensano delle sue piroette».

La cosa, va da sé, farebbe rumore, anche perché il Meeting di agosto vedrà come ospite un astro nascente, fra i cattolici: quel Francesco Rutelli che arriva per la prima volta a Rimini e appena l’altro giorno ha inaugurato a Monopoli gli incontri «verso le politiche 2006» dei giovani Acli. Difficile che Fini corra rischi, per la verità, «tutta questa storia mi sembra più una questione politica loro», taglia corto il leader di Cl Giancarlo Cesana, «e di sicuro non sarà il tema del Meeting». Del resto lo ricorda pure Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi , «anni fa partirono contestazioni a un ospite e Cesana prese il microfono: questo è il luogo dove tutti possono parlare, spiegò, e nessuno sarà fischiato».

Però Socci ha visto giusto, il clima è questo, «è chiaro che intorno a Fini ci sia il gelo», e per contro non è un caso che il settimanale vicino a Cl abbia appena ospitato un’intervista dello stesso Amicone a Rutelli, «il solo, tra i big della politica italiana, a non dare forfait, a non nascondersi dietro la foglia di fico della "libertà di coscienza", a offrire il petto alla battaglia astensionista». Il 24 agosto sarà a Rimini con Roberto Formigoni, «due settimane fa li abbiamo messi in copertina e dato loro dei "rompiscatole"», ride il direttore. Era un complimento, ovvio: «Sarebbe bello vedere alle elezioni un confronto così, invece di Berlusconi e Prodi», sospira Amicone. Un po’ un gioco, un po’ una prospettiva politica: «La posizione bizzarra di Fini è il segno del distacco tra élites politiche che si guardano l’ombelico e il popolo, la realtà. Le due coalizioni avrebbero bisogno di una classe dirigente che abbia esperienza di governo reale, lontana dai massimalismi. Insomma, riformisti veri: gente che abbia un progetto e non si limiti a galleggiare sulla schiuma del teatrino politico».


    

 

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