ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:     Pag.    )
Domenica 1 Dicembre 2002

D. Mart.

L’annuncio al convegno dell’Unione delle camere penali. Finocchiaro (Ds): non capisco i fini

«Federalismo nella giustizia»
Pecorella chiede il modello americano: corti diverse per reati di differente rilevanza


 

ROMA - «E’ singolare che lo Stato si stia organizzando in senso federale e la giustizia no». Così Gaetano Pecorella, in pieno dibattito sulla devoluzione, ipotizza un «modello americano» per l’ufficio del pubblico ministero «che verrebbe diviso secondo il processo da seguire». Secondo il presidente della commissione Giustizia della Camera, è immaginabile un sistema articolato su due livelli ben distinti per la pubblica accusa: «E cioè una procura federale, che è competente su casi di particolare gravità e che interessano diversi luoghi, sull’esempio di quello che è adesso la procura Antimafia, mentre i casi più circoscritti e meno gravi potrebbero essere lasciati ad una procura locale». Pecorella vede un super procuratore federale, «al quale sono sottoposte gerarchicamente le sue diramazioni territoriali», mentre per la «procurina» non esclude «l’elezione del responsabile dell’ufficio locale». Il deputato azzurro Gaetano Pecorella, che è anche uno degli avvocati del presidente del Consiglio, ha illustrato la sua proposta al convegno dell’Unione delle Camere penali di Portofino.

Ma una tale rivoluzione, capace forse di snellire i processi per i reati di strada, non piace al sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An): «Questa proposta mi ricorda molto quell’ipotesi, abbastanza spinta, di una polizia locale che si occupa di microcriminalità coadiuvando le forze di polizia che continuerebbero a interessarsi di macrocriminalità. Ma chi lo può stabilire qual è il confine tra i due fenomeni?». Mantovano fa l’esempio delle estorsioni: «La platea degli imprenditori presi di mira è sempre più ampia anche se il racket ora esige somme più modeste rispetto al passato. Chiedono a ciascuno 100 euro invece di mille euro ma questo non significa mica che l’organizzazione criminale sia meno pericolosa e senza ramificazioni in altre regioni». E anche Anna Finocchiaro, responsabile Giustizia dei Ds, respinge al mittente la proposta di istituire nuove «procurine» locali: «Non ne capisco i fini e poi il presidente Pecorella propone una diversa articolazione delle procure sul territorio come se il nostro sistema fosse centralizzato».

Al convegno di Portofino, c’è stato anche un serrato confronto sulla riforma che più divide maggioranza e opposizione: «Sulla separazione delle carriere la soluzione deve essere chiara e non ambigua perché la terzietà del giudice può essere garantita soltanto dall’appartenenza a organizzazioni distinte tra giudici e pm», ha osservato il presidente dell’Unione camere penali, Ettore Randazzo. Il senatore Melchiorre Cirami (Udc), il padre della legge che ha reintrodotto il legittimo sospetto tra le cause di rimessione del processo, è invece tornato a criticare la Consulta: «Da subito abbiamo registrato un sospetto di empatia tra alcuni senatori del centro sinistra e la Corte costituzionale. Per questo abbiamo accelerato l’iter della legge».


vedi i precedenti interventi