ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  CRONACHE       Pag.  27   )
Lunedì 15 dicembre 2003

Virginia Piccolillo

IMMIGRATI/ Il bilancio del provvedimento apre una nuova divisione nella maggioranza

 

Lega: sanatoria troppo larga

Calderoli: un terzo dei 650 mila è già senza lavoro, subito le espulsioni


ROMA - Il Viminale esulta per la maxi-regolarizzazione che, come previsto, si è chiusa entro la fine dell’anno. E arrivano i complimenti di centristi, An e Forza Italia. Ma di fronte alla cifra di 650.000 ex-clandestini ora regolari la Lega grida: «Troppi. Adesso buttiamo fuori gli irregolari». Mentre l’opposizione denuncia un paradosso: «Si fa una grande sanatoria e si bloccano gli ingressi per il futuro». Francesco Speroni (Lega) è netto: «Un disastro». «Bisogna ringraziare Bruno Tabacci che ha modificato la Bossi-Fini - dichiara -. Abbiamo dato il permesso a cani e porci. Chissenefrega se pagano le tasse. Non si può comprare tutto con i soldi. Lo diremo agli elettori». Concorda il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli: «Come temevamo sono troppi e destinati a espandersi con i ricongiungimenti familiari in un numero che non siamo in grado di prevedere. In alcune zone il 30% si è licenziato all’indomani della regolarizzazione». «E’ vero - ammette - che gli imprenditori li chiedono, ma fanno i loro interessi e se non servono più sono pronti a ributtarli sulla strada». «Dopo la Finanziaria - anticipa - parleremo di Riforme e anche di questo. Le espulsioni devono cominciare a essere fatte per davvero».

Carlo Giovanardi, ministro centrista, difende la legge: «Non è stata una sanatoria, ma una occasione di regolarizzazione record per i tempi (un anno contro i due e mezzo della sinistra) e i modi (massima efficienza) con cui è stata condotta. Il governo ne sbaglia tante, ma questa è davvero riuscita». «La Lega dovrebbe sapere - aggiunge - che abbiamo risolto il problema a imprenditori, famiglie, anziani e agricoltori del Nord». Nessun imbarazzo verso gli elettori, anticipa: «Avevamo detto "no" a chi viene in Italia per delinquere e non per lavorare. Così è stato». Nè verso il mondo cattolico: «Ci siamo trovati tra l’incudine e il martello. Di qua la Lega, di là chi diceva che era una legge inumana. Anche dalla Cei ora è venuto apprezzamento». Il punto è un altro: «Se non potenziamo le politiche della famiglia, con il calo demografico che abbiamo, tra 20-30 anni avremo bisogno di 20-30 milioni di immigrati».

Il principale artefice del pieno funzionamento della Bossi-Fini, il sottosegretario Alfredo Mantovano (An), è concreto: «La legge si è posta il problema degli 800.000 clandestini. Non era ipotizzabile un esodo massiccio. Anche se c’era una parte di nullafacenti, il maggior numero era gente che lavorava (in "nero")». La Lega non la pensa così. «Ogni volta che si è parlato di immigrazione in termini generali si è avuta una risposta più o meno demagogica o qualunquistica. Ogni volta che si è affrontato il problema dal punto di vista tecnico l’intesa all’interno della Cdl si è sempre trovata. Francamente, poi, mi sfugge la logica di denigrare una cosa che è andata bene».

«Non capisco questo trionfalismo di Mantovano - contesta a distanza Livia Turco (Ds), firmataria della legge precedente -. Bene alla grande sanatoria. Ma ora c’è il paradosso: sottraendo personale alle questure e prefetture per la regolarizzazione, le hanno intasate e per rinnovare un permesso occorrono anche 6-7 mesi. I centri di permanenza scoppiano di immigrati in condizioni da lager. E in più bloccano gli ingressi futuri. Cosa aspettano a fare il nuovo decreto flussi?» «Sulle nuove quote flussi occorre riflettere bene - anticipa Renato Schifani (FI) -, dinanzi a una operazione così ampia di regolarizzazione è chiaro che bisogna avere una maggiore attenzione nella gestione dei flussi». Quanto all’operazione però Forza Italia è entusiasta: «E’ stata una operazione di integrazione sociale coniugata con le esigenze di sicurezza».

 

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