ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  IN PRIMO PIANO       Pag.  12   )
Sabato 13 dicembre 2003

Daria Gorodisky

 

 

Altolà di Forza Italia sull’aborto: la legge va bene

Cicchitto: cambiare la 194 sarebbe un errore. An: non è il momento. Fecondazione, il referendum divide i Poli


ROMA - Dopo la norma sulla procreazione medicalmente assistita, si passerà a modificare la legge sull’aborto? L’ipotesi è nata dalle richieste di diversi parlamentari di centrodestra (e dal senatore a vita Giulio Andreotti) immediatamente dopo il sì alla fecondazione artificiale. Per il centrosinistra è impensabile mettere mano a una legge che rappresenta una conquista per i diritti e la salute delle donne e per la società. Il centrodestra invece è diviso: valutazioni etico-culturali, ma anche l’idea che il tema è rischioso dal punto di vista del consenso elettorale. Così, tra i sì e i no, la posizione più frequente è «non adesso». Ieri il presidente del Senato Marcello Pera ha detto che la legge sulla procreazione assistita avrebbe potuto essere migliorata (replica l’Ulivo: «Ma se l’hanno blindata...»). Poi ha risposto «Non credo» alla domanda se la legge sulla fecondazione assistita possa essere il primo passo verso la revisione della 194. Per il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto muoversi in quella direzione sarebbe «una sfida inutile, un errore. La 194 non va toccata affatto. Ritengo che sia un’opinione condivisa nel mio partito». Dove il capogruppo al Senato Renato Schifani ribadisce: «Escludo categoricamente che ci sia questo tema allo studio o nell’agenda del governo». E se il Papa fa un richiamo diretto ai politici perché facciano «scelte coraggiose attraverso misure legislative» contro aborto e divorzio, Schifani dice: «Un problema alla volta. Ma dubito sull’opportunità di modificare una legge che in questi anni non ha fatto parlare male di sé».

Da An, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa fa sapere che «al momento non è in cantiere nel nostro partito nessuna modifica della legge sull’aborto». Anche Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, ritiene che non ci siano «le condizioni politiche, anche se io sono per una revisione. Però possiamo dare un seguito operativo al fatto che con legge appena approvata il concepito è diventato soggetto di diritto. A partire dagli aiuti alle donne che rinunciano ad avere figli per motivi economici». La pensa così anche Francesco Storace, presidente della Regione Lazio: «È la linea su cui già opero. Sono culturalmente contrario all’aborto, ma non vedo le condizioni per un ritorno al pre 194». Invece, dalla Lega il capogruppo alla Camera Alessandro Cè assicura che «qualche cosa sarà sicuramente ritoccata in questa legislatura: almeno un potenziamento della parte di prevenzione, per difendere di più la vita». L’Udc poi vede il suo leader Marco Follini e il ministro Carlo Giovanardi schierati per il no, mentre altri esponenti (come i capogruppo D’Onofrio e Volonté) spingono per una riforma.

Per quanto riguarda invece la seconda questione conseguente alla legge sulla fecondazione artificiale, cioè il referendum per abrogarla, il centrosinistra vede Ds e Margherita divisi ciascuno al proprio interno. Nella Quercia ci sono molti sì, ma anche chi preferirebbe (come i dalemiani Angius e Turco) provare a modificare la norma. Nella Margherita c’è chi la legge l’ha votata mentre altri sono per il referendum, purché non indetto dai partiti. Favorevoli alla consultazione gli altri alleati. La Cdl per contro gioca la carta del «non facciamolo: per non dividere ancora laici e cattolici». Però molti dissidenti della nuova legge sono pronti a raccogliere firme: dal forzista Alfredo Biondi, al repubblicano Antonio Del Pennino (che sta preparando i quesiti), al Nuovo Psi di Gianni De Michelis, ad Alessandra Mussolini.

 

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