ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: Prima Pagina     e Pag.    2)
Domenica 12 giugno 2005

di GIAN ANTONIO STELLA

UNA CAMPAGNA DI ESAGERAZIONI

 

 E si litigò su Erode e San Giuseppe


 

I «referendum di Erode»: così il senatore Riccardo Pedrizzi chiama le consultazioni sulla fecondazione assistita alle quali sono chiamati (senza gli sms berlusconiani) gli italiani. Il parlamentare di An, però, non è il solo ad aver interpretato un po’ troppo bellicosamente una campagna referendaria che, secondo l’auspicio di Camillo Ruini, doveva esser caratterizzata da «forme serene e rispettose». Anzi.

Erano decenni che non si assisteva a uno scambio così ... Erano decenni che non si assisteva a uno scambio così violento di parole grosse, insulti, latrati. Basti guardare i manifesti affissi per le strade o messi in rete da Internet. Come quello astensionista che intima: «Donna, dimostra che le donne sono in grado di ragionare con la testa e non con l’utero». E spiega: «Il maschio per soddisfare i propri istinti paga un’albanese per utilizzarne il corpo a suo piacimento. Le donne pagheranno un’altra albanese per poter soddisfare i loro istinti riproduttivi». O quell’altro che, mischiando tutto, accatasta varie immagini di un corteo gay dove tutti sono tatuati, infiocchettati e seminudi per sparare: «Vogliamo lasciare che distruggano la sacralità della famiglia?». Conclusione: «Il 12 e 13 giugno non votare».

Forzature di fanatici? Schegge volgari di un mondo altrimenti capace di distinguere e ragionare pacatamente così come invitava la Cei, augurandosi una sfida civile dove le diverse posizioni avessero «ciascuna spazio adeguato sui mezzi di comunicazione»? Mica tanto, se è vero che un uomo generalmente sobrio come Alfredo Mantovano è arrivato a dire, attaccando la collega Stefania Prestigiacomo, la stessa cosa: «Perché il ministro non ha il coraggio di smentire ciò che è evidente: e cioè che il sì all’eterologa punta a garantire alle coppie omosessuali la pari opportunità di fabbricarsi un bambino su misura da esibire nelle manifestazioni sull’orgoglio gay?».

Certo, le sparate non hanno fatto difetto neppure al fronte opposto. Si pensi al titolone dell’ Unità che giorni fa tuonava: «Referendum, 4 milioni di malati condannati dalla legge crudele». O alla sortita di Marco Pannella che, dopo avere accusato tempo fa il Vaticano di essere «una realtà nemica della vita» che «concorre a creare morte e dolore in ogni occasione» ha dilagato: «Se l’embrione è una persona, gli spermatozoi sono il papà, e quindi bisognerebbe vietare la masturbazione in quanto spreco e omicidio di milioni di possibili genitori».

Per non dire della provocatoria esultanza di Severino Antinori (auto-elettosi a suo tempo difensore di «otto milioni di coppie sterili italiane» contro le «donne delle caverne» cattoliche ree d’avere «osato scagliarsi contro il diritto più ovvio e fondamentale di avere un figlio») per la nascita mesi fa di una bambina avuta da una pensionata senza marito di 67 anni. O a una vignetta su San Giuseppe e la Sacra Famiglia: «Anche se il padre biologico non è lui, cosa cambia?». O a un volantino a imitazione di un codice medievale: «Non voglio sprofondare nel Medioevo. Voto 4 sì». Insomma, chi è senza peccato... È difficile negare, però, che i toni più aspri siano stati usati soprattutto dai teorici dell’astensione. I quali, in nome dei loro legittimi principi, sono andati ben oltre gli inviti di Avvenire al dovere di ciascuno «di diventare esperto, di sapere, di capire». Un manifesto, corredato dalle foto di due cani, abbaia: «Non permettergli di creare uomini-pitbull». Un altro mostra una matita (del referendum) che minaccia di esser conficcata nel pancione di una donna incinta. Un altro ancora spara una fotografia di Hitler che tiene la mano sulla spalla di un giovane nazista e dice: «Bambini perfetti? Io voto 4 volte sì». Tesi usata mesi fa, contro la raccolta di firme, da Carlo Giovanardi che aveva fatto affiggere una immagine di una parata di SS con lo slogan: «Anche loro avrebbero firmato». Una forzatura? Macché, rispose allora il ministro: «La selezione genetica fa parte del folle progetto nazista secondo cui tutto ciò che è imperfetto deve essere eliminato. I Radicali fanno un passo in più rispetto all’aborto terapeutico: quando l’embrione, che è un essere umano in divenire, presenta dei difetti, allora deve essere eliminato...». Ma hanno davvero tutto così chiaro e netto, gli scienziati e i teologi, sulla natura dell’embrione? Ma certo, risponde Marcello Veneziani: «A volte c’è più saggezza e umanità in un embrione che in una persona intelligente di cinquant’anni». Va da sé che manipolarli è un omicidio. Barbaro e pagano: «Tutti i regimi pagani dell’antichità sono basati sui sacrifici umani», spiega Antonio Socci, quindi lui non va a votare «per scongiurare la riduzione di esseri umani a cavie o serbatoi di organi». «Usare la vita per curare dei malati sarebbe come strappare il cuore a un passante per guarire un cardiopatico», dice Nicoletta Tiliakos nella trasmissione autogestita a Radio Radicale. «Progettare i discendenti: ci ha già provato Goebbels, non è il caso di riprovarci ancora», titola Il Foglio di Giuliano Ferrara. «Non conosco il diritto canonico», ammette Roberto Calderoli, cattolico di rito pagano-celtico che si sposò levando il calice a Odino, «ma non vi è dubbio che l’ipotesi di scomunica» per i dissidenti «sia tutt’altro che peregrina».

E guai a chi distingue, precisa, obietta. Questa legge, sentenzia Domenico Delle Foglie, del Comitato Scienza & vita , «ha il merito d’aver bloccato la clonazione, la selezione eugenetica, l’inseminazione post-mortem, gli uteri in affitto e i cosiddetti ibridi o chimere (incroci fra embrioni di varie specie, umana compresa)». Tutto nella scia, spiegò un giorno l’apocalittico Francesco Agnoli, dei pazzi seguaci di Paracelso che a Praga «fanno putrefare il seme maschile nel ventre equino col demenziale proposito di veder nascere un vero e vivo fanciullo umano» per la felicità perversa di Rodolfo II che «si circonda di feti mostruosi conservati sotto vetro, s’interessa di uomini pesce e bambini rettili, incita la sua accolita di stregoni a pastrocchiare con gelatine, corna di bue, veleno di rospi». Per carità: ognuno voti o non voti secondo coscienza. Ma sarebbe stato questo il confronto «sereno e rispettoso»?


    

 

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