ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  Primo Piano         Pag.     5)
Sabato 21 gennaio 2006

Lorenzo Salvia

I SERVIZI/ SCALATE E INCHIESTE

 

 

 «Servizi segreti, dai Ds accuse infamanti»

Risposta del Governo dopo la richiesta di lealtà fatta da Brutti agli 007. Fini: vergogna


 

ROMA - Dopo l’attacco, il contrattacco. Due giorni fa era stato il senatore dei Ds Massimo Brutti - durante la seduta del Copaco, il comitato di controllo sui servizi segreti - a parlare di timori di spionaggio da parte del governo e a chiedere agli 007 di tenersi fuori «dalla campagna di aggressione contro il centrosinistra» sul caso Unipol. Ieri è stato Silvio Berlusconi a rispondere davanti alle telecamere di Matrix : «Sono fantasie assolute, non abbiamo mai utilizzato i poteri dello Stato, come i servizi o altro, e neanche la tv per attaccare l’opposizione. Sono loro che continuano a ribaltare la realtà». A Brutti il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An) replica con lo stesso invito rivolto la settimana scorsa da Bertinotti al premier: se sa qualcosa, si rivolga alla magistratura. Dalla trincea opposta i Ds confermano i sospetti ma precisano: «Non c’è nessuna accusa verso i nostri servizi segreti - dice il capogruppo al Senato Gavino Angius - ma solo una sollecitazione ai responsabili perché si attengano ai loro doveri funzionali».

FINI: «INFAMIE» - Dal governo non è solo Berlusconi a intervenire. Il vice premier Gianfranco Fini parla di «accusa infamante da respingere con sdegno». E aggiunge: «Si vergognino perché se arrivano a questo livello di bassezza non dicano poi di tenere i toni bassi». «Altro che spionaggio», sbotta il ministro centrista Carlo Giovanardi. Che spiega come tutto il centrodestra lavori al dossier sul «sistema di potere delle cooperative», annunciato per gli ultimissimi giorni di campagna elettorale da Berlusconi, che ancora ieri ha definito il caso Unipol un «bubbone da far scoppiare».


AN: «VADA IN PROCURA» - Dice Mantovano: «Sorprende che una persona seria come Brutti avanzi questa ipotesi senza rivolgersi alla procura della Repubblica». Specie adesso, aggiunge, «in un momento in cui i servizi sono sottoposti ad un lavoro intenso» contro i pericoli del terrorismo. Stesso invito dalla Voce repubblicana , quotidiano del Pri: «Se i Ds hanno la precisa opinione di trovarsi davanti ad un’azione premeditata, facciano il loro dovere e vadano dai magistrati». Il resto della Casa delle libertà parla di «uso strumentale» del Copaco e usa il sarcasmo. «I Ds la smettano con i depistaggi tipici della scuola comunista», chiede il capogruppo di Forza Italia al Senato Renato Schifani. «Il nervosismo regna sovrano se riesumano le vecchie teorie delle forze oscure della reazione in agguato o addirittura dei servizi deviati o devianti», aggiunge un altro azzurro, Alfredo Biondi. Mentre Fabrizio Cicchitto sposta l’attenzione su un altro obiettivo e definisce «inquietante» l’incontro avuto ieri da Brutti e Piero Fassino con il presidente della Cassazione, Nicola Marvulli.


LA CONFERMA DEI DS - Brutti ripete il suo pensiero: «Berlusconi sta elaborando dossier contenenti veleni. Non so chi collabori con lui: certo per far arrivare l’intercettazione fra Fassino e Consorte vi è stata un’attività illecita di pubblici ufficiali. Io sento il dovere di inviare un messaggio a tutti i funzionari dello Stato: siate leali e tenetevi lontani da queste manovre». Marco Minniti, anche lui Ds, si augura che «l’Italia non torni ai tempi del Sifar». Mentre dalla Margherita arriva il sostegno di Sandro Battisti e Luigi Zanda: «Nessuna bassa propaganda. Quella di Brutti è una preoccupazione anche nostra».


    

 

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