ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL SECOLO XIX
(Sezione:    GENOVA   Pag.    31 )
Giovedì 6 novembre 2003

 

l ’ INTERVENTO

 

«Non linciate questo prete il proibizionismo ha fallito»


 

Dopo lo scadolo "galeotto" spondo con piena soddisfazione che la “provocazione ”, se la si vuole così definire, ha stimolato una discussione sul pianeta “droga ”dopo tanto colpevole silenzio, in vista dell ’annunciato decreto legge Fini-Mantovano che, a quanto si dice, prevede un ’altra ondata di sanzioni penali per i “peccatori ” ossia i consumatori di sostanze proibite dalla Legge. Accetto di buon grado, tutte le critiche, sempre disponibile ad un serio confronto pedagogico e soprattutto sollecito un urgente approfondimento rigorosamente scientifico. La posta in gioco è troppo alta: il binomio “vita e salute ”.

Con buona pace del Governatore Sandro Biasotti, che ricordo studente allegro ed impegnato e affezionato exallievo di Don Bosco, devo ricordargli che lasciai Varazze nel 1964 e il “fattaccio ” avvenne nel Quartiere del Carmine, ormai negli anni ‘70, dove erano sorte le prime “comuni“. La stessa spontanea dichiarazione di Biasotti, in certo qual modo, conferma il “vizio ” del proibizionismo che spingeva i giovani a “trasgredire ” nascondendosi con la sigaretta. Permettetemi un ’osservazione per lo meno divertente. Parlavo di una fumata degli anni ‘70 e arriva, da parte di alcuni, una condanna inappellabile nel 2003. È significativo. Invecchiando ho imparato a divertirmi. Un proverbio genovese dice che “a cavallu giastemmo, ghe luxe u pei ”a cavallo bestemmiato luccica il pelo ”.

Alla cara Amica e stimata Bianca Costa e ad altri chiedo di rileggere la mia breve intervista. Forse ci comprenderemo meglio. È indispensabile avere idee chiare e assumersi le proprie responsabilità senza pregiudizi ideologici e moralistici. Il proibizionismo non porta da nessuna parte, caro don Marco e caro Andrea Chiappori. È proprio qui il punto! Dopo trent ’anni: secoli di galera, migliaia di morti, malattie, HIV; ingenti guadagni illegalmente riclicati per la mafia internazionale organizzata. La guerra all’offerta è fallita. Il mercato nero fiorisce come non mai nelle nostre strade. La droga è libera e selvaggia. L ’imperativo neoproibizionista diventa non un ’opinione personale ma una precisa scelta strategica del governo e della maggioranza degli Italiani? Non posso crederci.

Ci assicurano che si tratta di una battaglia di libertà e difesa dei valori. Un piccolo prete di strada può concederci alcune perplessità, senza essere linciato? Vivo tra i come è possibile, con un decreto legge, cancellare lo sforzo di tanti operatori pubblici e privati che, con una costante verifica, hanno accettato il principio ispiratore, al contempo etico e operativo, di accogliere “tutti ” i tossicodipendenti, specialmente i più emarginati a partire dai loro diritti per scoprire insieme i doveri rispetto alla vita?

Le proposte emerse in tre conferenze nazionali (Palermo, Napoli, Genova) erano di articolare e diversificare i servizi. Tradotto in termini operativi ciò significa predisporre programmi a bassa soglia di accesso, incrementare programmi con l ’uso di farmaci (compreso il metadone); allestire interventi intermedi, flessibili nel contesto territoriale;rapporto con le famiglie, la Scuola, gli Ospedali, le forze dell ’Ordine, fra ambulatorio e comunità terapeutica. Sono indispensabili unità di strada, centri diurni, attività serali, case alloggio, gruppi di auto-aiuto, spazi di socializzazione, formazione professionale, borse lavoro, un privato-sociale motivato.

Una strategia calda, umana e complessiva, con una varietà di offerte per tutte le tipologie di utenza (comprese le nuove dipendenze) tentando di superare la logica della terapia autoritaria. Educare, non punire. Quanta fatica.Tutto questo è possibile con una graduale Legalizzazione che significa darsi regole nuove confrontandosi con la tendenza europea. Non Liberalizzazione. Non permessivismo. Uscire dalla demonizzazione delle sostanze per sconfiggere il mito della Droga che affascina la fragilità umana. Ben vengano le supervisioni di esperti preparati e vigilanti. Perché non siamo fautori di un pensiero di una pratica debole nei confronti della complessità, ma al contrario, perché vogliamo avere un pensiero e una pratica forte in termini di valori umani e Cristiani e di Cultura.

È in arrivo lo slogan “tolleranza zero ”. Che sia questa la strada giusta? Personalmente non voglio arrendermi. Infine una nota ottimista. Constatato l ’intervento tempestivo dei vertici della Regione, sarà certamente e celermente, accettata la richiesta del Coordinamento delle Comunità Genovesi e Liguri di un aumento dello 0,1%dell ’attuale retta giornaliera per comunità tutt ’ora a 73.000 vecchie lire. Anticipo i ringraziamenti. Sarebbe un bel regalo di Natale.

Don Andrea Gallo
Coordinatore Comunità
S.Benedetto - Genova

 

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