ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il Riformista
(       Pag.    2 )
Venerdì 16 dicembre 2005

Ettore Colombo

PATTUGLIE. TRA AN E CL

 

 Mantovano, il teo-con pontiere tra i duellanti


 

«Si, è vero e in particolare dentro Azione giovane c'è un forte e robusto interesse per i temi dell'idendità e del diritto naturale - definizone che preferisco a quella di "valori", che mi ricorda più che altro la sigla di un partito che inneggia ai "valori bollati" - che personalità come il presidente del Senato Marcello Pera ma anche come il direttore del Foglio Giuliano Ferrara sollevano e poetano avanti ormai da diverso tempo. Personalmente ho fatto da trait d'union per portare il presidente Pera al tradizionale festival che Azione giovani organizza ogni anno a ROma, in settembre, mentre Ferrara è venuto nella mia città, Lecce, per un confronto organizato proprio dai giovnai del partito. I giovani della destra itliana vogliono asoltare disscorsi e ragionamenti di sostanza. Pera e Ferrara li fanno. Poi, certo, una minoranza di loro fa ancora riferimento a ideali e orizzonti neopagani, evoliani e nietzschiani, oltre che ama farsi ancora bandiera - ma sono sempre meno, per fortuna - di possizioni anti-americane, terzomondiste e filo Olp, ma si tratta, appunto, sempre di più di una minoranza. È in ogni caso, si tratta di un dibattito importante e salutare, al loro e al nostro interno».

Il sottosegrteario all'Interno Alfredo Mantovano è una curiosa fattispecie di «uomo d'ordine» (è un ex magistrato) della destra italiana: mite e perbene, è cattolico nel profondo ma in modo tutt'altro che urlato. Vicino a Cl - «un movimento vasto e pluralista, insofferente a ogni padrinaggio politici, le assicuro» - va orgoglioso di militare - «da quando ho 18 anni», sottolinea - in un movimento religioso di schietta impronta tradizionalista, Alleanza Cattolica. Morale, il suo incontro con Pera e con gli intellettuali della Fondazione Magna Carta è avvenuto per vie dirette e aperte. Che poi, anche Mantovano un po, intellettuale è anche lui: il suo ultimo libro, per dire, s'intitola Ritorno all'occidente. Bloc notes di un conservatore (ediizoni Spirali), l'introduzione è di Giuliano Ferrara e la prefazione di Gianfranco Fini: affronta vari temi (dalla bioetica al terrorismo, dall'immigrazione alla libertà religiosa, dalle radici cristiane dell'Europa alla dialettica tra politica e teocrazia) ma con un unico comun denominatore: dimostrare che «è giusto essere conservatori, nel vecchio continente. E, a MAntovano i conservatori compassionevoli alla Bush junior piacciono eccome, come ribadisce conversando con ilRiformista. «La destra americana non solo si fa portatrice di valori ma riesce a comunicarli in modo efficace, come dismostra il lavoro proficuo e in profondità che svolgono, di la dall'Oceano, fondazioni, istituti e riviste. Una tradizione recentemente consolidata ma tipica della destra Usa che non vedo perchè non possa essere ripresa qui da noi, in Europa e in Italia».

Già, il problema è che, quando si riportano queste teorie e analisi nel nostro paese, gli osservatori tendono sempre e subito a «buttarla in politica». La questione della nascita di una pattuglia teo-con all'interno (o trasversale) alla Cdl e in particolare a Forza Italia agita i sonni di molti onorevoli uscenti, specie tra gli azzurri. L'europarlamentare Mario Mauro, colonnello del governatore Formigoni, per dire, vuole specificare proprio al Riformista che «tutto si augura tranne che la nascita di un partito teo-con all'italiana, dentro o fuori FOrza Italia. Don Giussani ci ha insegnato a studiare con attenzione il protestantesimo americano ma noi cattolici siamo diversi e un po' allergici al pensiero teo-con». Concetti simili espresse, intervenendo al seminario di Norcia organiizato dalla Fondazione Magna Carta, il presidente della Fondazione per la sussudiarietà Giorgi Vittadini, ciellino doc quanto bipartisan. Insomma, Cl non si fa ingabbiare, sta per conto suo e nemmeno tutta e per Forza Italia. Formigoni, peraltro, non partecipa all'incontro pubblico che il presidente del Senato Pera organizza sabato a Roma (titolo, «Il dovere dell'identità»), anche perchè impegnato a Milano in un vertice di Forza Italia ai massimi livelli («del resto, non era mai stato previsto che andasse», sottolineano i suoi): di nuove iniziative politiche comuni, per ora, dunque, non si parla. La verità è che lo spauracchio di liste regionali (la nuova legge regionale lo permette) e soprattutto ad personam (Formigoni in Lombardia, Pera in Toscana) agita e spaventa molti, specie se onorevoli azzurri in cerca di posti nel listini bloccato, ma si tratta di paure infondate. Gli entourage di entrambi i presidenti, infatti, smentiscono con forza: «Fantasie. Puntiamo e lavoriamo a rafforzare il partito e far vincere la Cdl, alle elezioni».

E la posizione di Mantovano, sul punto, invece? «Non c'è nulla di male», replica, «nel voler tradurre anche in termini politici queste idee e valori, mi stupirei piuttosto del contrario. Certo è che, pur augurandomi che tali temi diventino patrimonio comune di tutta la Cdl, non mi illudo e il rischio che ridursi a parlare solo di una pattuglia di deputati teo-con faccia perdere di vista il lavoro culturale e politico che stiamo cercando di fare c'è. Ma le battaglie ideali devono poter contare della gambe degli uomini, non solo delle loro idee». A proposito di uomini, il sottosegretario Mantovano rifiuta di leggere negli screzi (e nei colpi di maglio, più che di fioretto) tra Pera e Ferrara «dissidi inconciliabili. Tanto più la presenza, in questo fronte che per comodità possiamo definire teo-con è autorevole e articolata, tanto meglio per noi che vogliamo sostenere queste battaglie». Di una cosa è certo, però, Mantovano: «Non voglio esagerare il valore del 75% di astensioni ai referendum procreativi dello scorso giugno, so che non tutte erano espressioni di voto consapevole, ma la Cdl - se vuole vincere - deve ripartire da lì. Dalla vita, dai valori, dalle scelte etiche. Una sinistra sempre più libertaria e nient'affatto liberale non offre, da queto punto di vista, nessuna garanzia». Resta da vedere e da capire se, come e quali garanzie offrirà il centrodestra. Pattuglia teo-con o meno presente alle prossime elezioni. Ma che, ove vi fosse, vedrebbe di certo l'aennino Alfredo Mantovano tra i testimonial, versione Bush-teo-con.


    

 

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