ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su QN
IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE

(Sezione:  il Resto del Carlino   Rovigo  Pag.     )
Mercoledì 10 settembre 2003

Carlo Cavriani

 

Clandestini: nasce in città il centro di accoglienza?

 


 

Erano state individuate già tre aree nel Veneto: a Verona, Venezia e Padova, ma adesso Rovigo potrebbe essere la soluzione indicata per la creazione di un centro di accoglienza temporanea per immigrati clandestini. La scorsa settimana una delegazione ministeriale, accompagnata dal prefetto Ciro Lomastro, ha infatti effettuato due sopralluoghi in città per verificare la possibilità o meno di creare questo nuovo centro, il primo nel Veneto. Le zone individuate sono l'ex ospedale psichiatrico di Granzette, dove l'ex direttore dell'Asl 18 Gianni Tessari aveva in mente di realizzare un centro oncologico e un'altra area nella zona industriale, nei pressi dell'Interporto, dove invece la struttura sarebbe da costruire ex novo. Sulla possibilità di realizzare questo nuovo centro, l'onorevole Luca Bellotti (An) esprime la sua totale contrarietà.

«Per quanto riguarda l'immigrazione clandestina — sostiene Bellotti — il nostro territorio sta già pagando a sufficienza le scelte sbagliate di una politica che ha spacciato per solidarietà a basso costo un eccessivo permissivismo senza fare prima i conti con la realtà. Prima di ogni altra cosa è dovere di ogni amministratore preoccuparsi dei bisogni e delle esigenze della propria gente ed è dovere di ogni società civile adempiere alla responsabilità di garantire a tutti pari dignità. Per fare questo la realizzazione di un centro di accoglienza risulta ben poca cosa».

Preferisce invece non sbilanciarsi più di tanto il sindaco di Rovigo, Paolo Avezzù: «Il Prefetto mi ha accennato a questi sopralluoghi avvenuti la scorsa settimana, ma devo raccogliere ulteriori elementi prima fare commenti». Rovigo dunque sembrava essere stata lasciata in disparte per la realizzazione di questa struttura.

Solo nel marzo scorso infatti erano tre, ognuna in una provincia diversa, le soluzioni in prima linea per la creazione in Veneto di un Centro di accoglienza temporanea per immigrati clandestini. A renderlo noto era stato il deputato padovano di An Maurizio Saia, promotore con l'onorevole Filippo Ascierto di un'iniziativa personale sul problema e che stava tenendo i contatti con i sottosegretari alla difesa, Filippo Berselli, e all'interno, Alfredo Mantovano. Queste le tre ipotesi allo studio: un'area messa a disposizione dal sindaco di un Comune della provincia di Padova, nella quale il centro dovrebbe essere costruito ex novo; uno stabile di proprietà privata, adibito in parte ad abitazione e in parte a magazzino, in provincia di Venezia; un ex impianto militare già dismesso in provincia di Verona.

Quest'ultimo rientra tra le soluzioni prospettate dal ministero della difesa. Sia lo stabile privato che l'ex caserma sono strutture con ampiezze superiori ai 1500 metri quadrati. Tutte le tre possibili soluzioni risponderebbero — aveva spiegato Saia — ai requisiti richiesti per i centri di accoglienza, in particolare per quanto riguarda la lontananza dai centri abitati. Oltre a Rovigo, pare comunque che anche Padova venga interessata dal progetto. Tanto che si prospetterebbe la creazione di due centri di accoglienza in Veneto


 

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