ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo comparso su Repubblica Martedì 21 Agosto 2001

CLAUDIA FUSANI

Il sottosegretario Mantovano: reali le richieste dei sindacati

"Protesta sacrosanta poliziotti troppo soli"



«I problemi che denunciano i sindacati di polizia sono reali» dice il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. Che aggiunge: «C'è un problema grave di senso di abbandono che deve essere cancellato. Agli uomini in divisa manca in questo momento la consapevolezza di avere una nazione dietro di sé».

Onorevole, non le sembra eccessivo che il Siulp detti le condizioni con cui gli agenti faranno servizio a Napoli per il vertice Nato?
«Sono servitori dello Stato che sottolineano problemi. Di due tipi».

Il primo?
«E' politico: le forze di polizia chiedono un riconoscimento unitario del loro ruolo istituzionale. Questo non vuol dire mettere sotto un tappeto distorsioni e reati commessi da singoli, significa però non dimenticare che a Genova la polizia è stata anche aggredita. A questo si riferiscono anche gli appelli all'unità contro i violenti e su temi come l'ordine pubblico da parte del premier e del ministro dell'Interno».

Il secondo?
«Sono i problemi reali che il governo deve risolvere. Ad esempio più formazione, più equipaggiamento, il coordinamento, una maggiore definizione dei ruoli dei corpi speciali. E' da ricostruire il rapporto fra servizi segreti e forze di polizia: non sono i servizi che non funzionano ma forse non viene fatto un uso coerente delle loro puntuali relazioni. Infine c'è un'effettiva scopertura nel settore dell'ordine pubblico e della violenza a fini politici. Su ciascuna di queste voci c'è un vuoto che non si recupera in tre giorni. Occorrono mesi, soprattutto considerato il progressivo disinteressamento di questi ultimi anni nei confronti del comparto sicurezza».

In questi anni, però, non c'è stata un'emergenzapiazza.
«Seattle è storia di tre anni fa. In questo periodo i servizi hanno informato ma non si è provveduto come necessario».

Il Sap chiede ai magistrati di fare presto con le inchieste e di non generalizzare
«La magistratura ha i suoi tempi, soprattutto per indagini così delicate. Ma non aiuta la credibilità di questi uomini leggere sui giornali che i pm sono divisi se indagare tutti o qualcuno e che il procuratore resta in vacanza».

Il SilpCgil chiede indirizzi precisi su l'ordine pubblico.
«Capisco il disorientamento ma non dilatiamo i problemi e ritroviamo l'equilibrio. Qui non si tratta di inventare la nozione di ordine pubblico, va ricostruito il terreno della prevenzione».

Che tipo di prevenzione?
«Di tipo offensivo. Se s'imposta una partita di calcio su tattiche offensive, forse si può vincere. Se invece s'aspetta l'iniziativa degli altri, col manganello in mano, è quasi sempre una partita in perdita».

Qualche esempio?
«Fare una mappa, in ogni città, dei soggetti più pericolosi, ad esempio quel Casarini che ogni giorno compie un'apologia di reato, e sottoporli a misure di prevenzione personali. Non intendo l'arresto ma controlli più stretti».

Scajola parla di ambiguità nel centrosinistra e mette in guardia da fiancheggiamenti
«Certe dichiarazioni di Bertinotti e di altri di Rifondazione preoccupano molto. Più in genere dico guai a chi usa la piazza come strumento di lotta politica in alternativa agli strumenti democratici».

Timori per l'autunno e i prossimi vertici?
«Il vertice Nato, un incontro di routine, deve restare a Napoli. Quello Fao a Roma è un altro discorso. Il clima è pesante ma enfatizzare e anticipare i rischi può creare un effetto a catena».

Come è successo per Genova?
«Genova ha segnato una linea di confine. Facciamo un bilancio, riflettiamo, e guardiamo avanti».

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