ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su la Repubblica
(Sezione:    Pag.   10   )
Domenica 18 Maggio 2003

LILIANA MILELLA

L'INTERVISTA

Il sottosegretario Alfredo Mantovano, An: a Milano un colpo adi mano giudiziaario

"Votiamo il lodo Maccanico si può estendere ai coimputati"


 

ROMA - Berlusconi «paracondannato», ma mai «condannato davvero, perché la prescrizione azzererà prima il processo grazie al colpo di mano giudiziario del tribunale di Milano». Alfredo Mantovano, l'ex toga più nota della Cdl, colonnello dl Fini su giustizia e sicurezza, sottosegretario all'interno, boccia i suoi ex colleghi. E spiega che oggi c'è una ragione in più per approvare il lodo Maccanico, un lodo che coprirà le posizioni dei coimputati solo quando, come nel caso del processo Sme, «una loro condanna provocherebbe un danno politico irreparabile proprio alla figura istituzionale la cui autorevolezza deve essere garantita».

La maggioranza non ha dubbi. Anche dopo lo stralcio andate diritti verso il lodo Maccanico. Perché?
«La decisione di proseguire si spiega proprio con la scelta fatta dal tribunale di Milano. I giudici hanno rinunciato a processare e a giudicare Berlusconi, ma non hanno voluto evitare di emettere una condanna politica su di lui. Ormai non serve più aspettare gennaio e la scadenza di uno dei tre componenti il collegio, perché subito dopo la sentenza su Previti il tribunale non potrà più pronunciarsi sul premier. L'ha stabilito la Consulta con una sentenza del '96».

Questo dovrebbe essere un vantaggio per il Cavaliere. Perché ci vede un danno tale da essere "riparato" con la Maccanico?
Si sta andando verso una sorta di "paracondanna" di Berlusconi. Mi spiego: l'attuale collegio diventerà incompatibile, quindi bisognerà cominciare tutto daccapo. A quel punto la prescrizione azzererà il processo. Bel risultato quello di Milano. Mentre il lodo Maccanico avrebbe bloccato la prescrizione e consentito la sentenza, con il "lodo" fatto in casa dai giudici si bloccano entramhi, giudizio e sentenza, ma non la condanna politica».

Ci sarebbe dunque una ragione in più per fare il lodo?
«la Maccanico punta a garantire l'autorevolezza delle istituzioni, un principio che sarebbe frustrato anche da una condanna politica».

Per Fini i coimputati dovevano restar fuori. Avete cambiato idea?
«In questo caso non si può scegliere tra bianco e nero. I dettagli tecnici devono essere ancora studiati, ma si può già dire che non si arriverà mai nè a un ipotesi di sospensione dei processi per tutti, alto vertice e coimputati, né per nessun coimputato».

E cioè?
«la soluzione giusta sta nel mezzo, nella zona grigia: se le posizioni processuali sono strettamente connesse, il giudice sospende il dibattimento per tutti. Se, al contrario, il collegamento manca, non c'è ragione di sospendere per lutti. Fini aveva parlato chiaro: An è contro il ripristino dell'immunità com'era prima del 93, ma è favorevole alla Maccanico».

Ora a Milano ci sono due processi...
«E sta proprio qui il colpo di mano dei giudici sia rispetto al lodo sia allo stesso calendario giudiziario, con un pm che si avvia alla requisitoria due giorni prima delle elezioni. Nel '92 il pool attese le elezioni politiche prima di alzare il livello degli arresti, ma adesso sono cadute anche quelle regole».

Si, ma a che serve un lodo perdue processi?
«Secondo il pm le posizioni erano insecindibili, quindi la futura legge in questo caso coprirebbe tutti. Certo, il problema tecnico è complesso, ma quello politico invece è assai semplice: la «paracondanna» di Berlusconi farebbe venir meno l'autorevolezza del premier».


 

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