ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL PICCOLO Venerdì 25 gennaio 2002

Alessandro Cecioni

Dopo lo scontro fra Ccd-Cdu e Lega intesa raggiunta durante un vertice del Centrodestra. Il datore di lavoro dovrà coprire parte dei contributi non versati


Immigrazione: sanatoria per le colf, ma si paga
Il provvedimento riguarda anche chi assiste gli anziani.
Insorge la Turco: «Favoriti i ricchi»


ROMA - Sanatoria a pagamento per le colf e gli assistenti domiciliari extracomunitari. L’accordo è stato raggiunto ieri a Palazzo Chigi in un vertice della maggioranza presieduto dal vicepremier Gianfranco Fini e sarà formalizzato con un emendamento al testo della legge sull’immigrazione, la Bossi-Fini, in discussione al Senato. La maggioranza ha insomma tolto di mezzo uno dei problemi sul quale erano emerse tensioni al suo interno: la regolarizzazione degli immigrati che svolgono lavori domestici, in particolare le colf e quanti assistono a domicilio altre persone, spesso anziane o non autosufficienti. Una questione che era diventato «un nodo cruciale» come ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano, che ora è stato risolto.

La regolarizzazione dei lavoratori domestici era diventato motivo di scontro fra il Ccd-Cdu, che la reclamava invocando il rispetto di accordi raggiunti in Consiglio dei ministri, e la Lega, che la escludeva. Un contrasto risolto ieri con un compromesso che dà via libera alla regolarizzazione, anche se con l'onere di pagare i contributi e le tasse non versate, a carico rispettivamente del datore di lavoro e del lavoratore. Alla soddisfazione dei centristi corrisponde il silenzio della Lega, rotto solo da Maroni per sottolineare che il vertice ha confermato il «no a qualsiasi sanatoria», «pur salvaguardando la necessità di sostegno alle famiglie» attraverso la regolarizzazione di chi «in determinate condizioni, svolge un lavoro di rilevanza sociale». Per i lavoratori stagionali il governo promette un intervento in tempi brevi, mentre il decreto sui flussi arriverà solo dopo l’approvazione della legge.

Colf e «badanti». Secondo stime del ministero del Lavoro, i domestici extracomunitari (in testa filippini, slavi, capoverdiani, sudamericani, africani) che lavorano in Italia sono circa 100 mila. A questa schiera di lavoratori appartengono anche i cosiddetti «badanti», ovvero quelli che sono impiegati nella cura di persone anziane o invalide. La possibilità di regolarizzazione sarà subordinata ad alcuni requisiti. Devono dimostrare di avere un lavoro solido, di avere un alloggio certo, di non avere carichi penali pendenti. Per ottenere la regolarizzazione, poi, occorre la partecipazione diretta del datore di lavoro che dovrà pagare parte dei contributi non versati, mentre la colf o il «badante» dovrà versare una parte delle tasse eluse perché finora clandestino.

«Soluzione da ricchi». Sull’obbligo di pagamento degli arretrati insorge Livia Turco, ds, ex ministro della Solidarietà sociale. «Nasce una sanatoria con tassa che solo i ricchi potranno sostenere. Ci chiediamo quante delle persone anziane che talvolta non ce la fanno a vivere con la propria pensione potranno pagare questa vera e propria tangente sulla regolarizzazione». Flussi bloccati. Il rinvio del decreto sui flussi viene bollato dalla Cgil come «atto sconsiderato, frutto di fanatismo ideologico». «Un quadro negativo che contrasta vistosamente con il fabbisogno delle imprese e dei sistemi produttivi locali, con effetti deleteri su settori tra i più dinamici della nostra economia».

Veneti all’attacco. Su posizioni simili anche la Regione Veneto il cui assessore ai Flussi migratori, Raffaele Zanon, ha scritto al ministro Maroni chiedendo che le Regioni siano investite «in modo preciso e deciso della gestione dei flussi». Il rischio, dice ancora Zanon, «è mandare in tilt un sistema di procedure che già ora è umiliante per i lavoratori e penalizzante per le aziende». La Regione presenterà il 2 febbraio un documento ufficiale con le sue proposte, intanto invita Maroni a tenere in considerazione «le pressanti esigenze del sistema economico veneto che rischiano di essere compromesse» dalle circolari emanate dal ministero.

Agricoltura a rischio. Nel settore agricolo rischiano grosso Toscana, Umbria, Trentino, Emilia Romagna, Puglia e Lombardia. Qui i timori sono espressi da Paolo Bedoni, presidente Coldiretti. Chiede che «venga subito emanato il decreto sui lavoratori stagionali». Bedoni ricorda che ormai il settore agricolo italiano dipende da questa manodopera.

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