ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Padania
(Sezione:      Pag.   )
Venerdì 26 Marzo 2004

ALESSANDRO MORELLI

Un pentito islamico rivela progetti di attentati contro CC e Questura. Il sen. Peruzzotti: «Alzare la guardia»

 

 «Milano nel mirino, fermate Al Qaida»


 

Progetti di attentati a Milano, nella sede dell'Arma in via della Moscova e in questura, timori di un kamikaze nella base Nato di Mondragone, in provincia di Caserta, ma anche agguati a personaggi del mondo dello spettacolo, come Maurizio Costanzo, «colpevole di parlar male in tv dei musulmani». A raccontare tutto è il primo pentito della rete di Al Qaida in Italia, un tunisino laureato in musica ed ex tassista, arrestato nel 2001 e condannato a quattro anni e sei mesi per associazione a delinquere. Le sue rivelazioni sono state pubblicate ieri dal Corriere della Sera che ieri ha dato spazio ad ampi stralci dei verbali dei suoi interrogatori, in cui spiega che si tratta di azioni preparate tra il 1997 e il 2001, prima dunque dell'attacco delle Torri gemelle, con tecniche usate poi a Madrid e Nassiriya.

Di fronte alle rivelazioni del "pentito" di Al Qaida, pubblicate ieri dal Corriere della Sera il senatore leghista, Luigi Peruzzotti, commenta mestamente: «Speriamo che questa volta, visto che a parlare di queste cose è il Corriere, chi è preposto alla sicurezza e all'ordine pubblico abbia più attenzione verso queste tematiche che dalla Lega e da la Padania vengono richiamate ormai da anni».

«Le rivelazioni fatte dal pentito confermano quanto diciamo da tempo - ha affermato Peruzzotti -: la situazione è drammatica ed è necessaria una inversione di tendenza. Innanzitutto non è possibile che un terrorista di una cellula islamica abbia la possibilità di incontrare esponenti delle Br, permettendo un saldamento tra terrore interno e internazionale attraverso scambi di idee e di informazioni. Semplicemente questa gente deve "soggiornare" in carceri diverse». Un altro aspetto grave della vicenda, secondo Peruzzotti, «è il fatto che gli italiani vengano a sapere queste importanti informazioni da un giornale, va bene minimizzare sempre e comunque il pericolo islamico, ma così la situazione non può più andare avanti». Il senatore del Carroccio proprio la settimana scorsa aveva chiesto che il ministro degli Interni, Beppe Pisanu, partecipasse al tavolo per l'ordine pubblico della provincia di Varese, vista la presenza di vari possibili obiettivi (tra cui Malpensa) per il terrorismo internazionale nel territorio Bosino: «A questo punto il ministro dell'Interno deve venire in tutte le grandi città della Padania per dare il segnale che lo Stato, di fronte al terrorismo, è presente e attento. Non si può sempre far finta di nulla, la realtà è che ci sono personaggi pericolosi e che la situazione non può scappare di mano».

Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, sposta l'attenzione sulla fuga di notizie dalle sedi giudiziarie, puntando il dito in una direzione precisa: «Non penso che il problema della fuga di notizie riguardo il pentito islamico sia il sottosegretario Mantovano, il vero problema è la Procura di Milano che è la responsabile del segreto istruttorio dei verbali e che anche in questa occasione, come in passato, si è dimostrata un vero colabrodo».


    

 

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