ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su il Nuovo
(Sezione:    Pag.     )
Domnica 22 giugno 2003

 

"Pisanu non applica la legge vada via"

Roberto Calderoli, della Lega Nord, attacca il ministro degli interni: "Si rilegga il programma della Cdl e non parli con Repubblica". Rivedere le quote d'immigrazione? "Assolutamente".

 

ROMA - "Non ha alcun senso fare un dibattito alla Camera sull'immigrazione, visto che si è già tenuto in occasione della discussione della legge Bossi-Fini, legge che dovrebbe esprimere il comune sentire della Cdl sulla materia". E se la legge non viene applicata, si sostituisca il ministro che non la applica". Roberto Calderoli, Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord e Vicepresidente del Senato firma un attacco pesante nei confronti dell'inquilino del Viminale. Una offensiva iniziata con la spiegazione che l'ondata di immigrati sulle coste meridionali e siciliane non è frutto di naufragi accidentali ma di ben altro.

"Di chiacchere - afferma Calderoli - se ne sono già fatte troppe. Ora ci vogliono i fatti, cioé applicare fino in fondo una legge che prevede l'ingresso di un extracomunitario solo in possesso di un contratto di lavoro, l'espulsione degli irregolari presenti e il respingimento, con le buone o le cattive, di coloro che cercano di entrare irregolarmente nel Paese". "Vista la scarsa disponibilità mostrata fino ad oggi dal ministro competente ad applicare alla lettera la legge Bossi-Fini - conclude Calderoli - non resta altro da fare che sostituire il ministro o nominare un commissario con ampi poteri che faccia tutto quello che il ministro non ha avuto il coraggio di fare".

La Lega vuole la testa di Pisanu, insomma. Non viene sopportato il "comportamento ulivista del ministro degli interni", come ha accusato ieri da Lampedusa il duro e puro Mario Borghezio. E Calderoli da parte sua oggi spiega: " Quelli che invece vorrebbe soccorrere Pisanu sono persone che non dovevano essere lasciate partire, prive di documenti validi, che non potevano entrare nelle nostre acque territoriali e che lo hanno potuto fare solo per la mancanza di controlli e di volontà di contrasto del fenomeno, che simulano la condizione di naufrago per arrivare sulle nostre coste e che lui avrebbe dovuto provvedere a rimpatriare".

"Io ne ho visti entrare tanti e partire pochi - afferma ancora Calderoli - e continuerò a sbraitare finchè non vedrò accadere il contrario perché ho il dovere di difendere la nostra terra, la nostra identità e i nostri popoli. I contenuti dell'intervista rilasciata oggi dal ministro alla Repubblica mi ricordano molto la filosofia ulivista in materia di immigrazione, e non a caso i media di sinistra si sono fatti carico della difesa del ministro nei giorni scorsi, ministro che dichiara di voler parlare a riguardo solo con il presidente del consiglio e con i ministri e poi rilascia una bella intervista a tutta pagina al quotidiano più antigovernativo in circolazione".

"Si rilegga con attenzione il programma della CDL in materia di immigrazione - continua Calderoli - dice cose diverse da quelle che lui sostiene, e lasci perdere quelli della Turco e di Napolitano". Sulla proposta del sottosegretario Mantovano di aumentare le quote, Calderoli osserva: "Voglio ricordare all'amico Mantovano che nella conversione in legge del Decreto legge che introdusse le regolarizzazioni venne approvato un mio emendamento che prevedeva la sottrazione algebrica del numero delle regolarizzazioni a quello delle future quote e che quindi in attesa del numero delle regolarizzazioni le quote non si toccano. Aumentare le quote oggi per contrastare i nuovi ingressi irregolari - conclude Calderoli - non solo va contro la legge di cui sopra ma ricorda lo spirito che ha animato chi per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri ha proposto l'indultino".


   

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