ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Lunedì 6 Giugno 2005

di FEDERICA RE DAVID

Si alza lo scontro a una settimana dal referendum sulla fecondazione. Domani a piazza Navona concerto per il sì

  

 «Votiamo anche per salvare l’aborto»

Prestigiacomo: attaccheranno la 194. Mantovano: dica la verità sull’eterologa


 

ROMA - L’ultima e decisiva settimana di campagna referendaria comincia con l’ennesimo scontro sull’aborto. Ad aprire le ostilità è il ministro forzista per le Pari opportunità Stefania Prestigiacomo, attivissima animatrice del comitato di donne liberali per il sì. «Il prossimo obiettivo - avverte da Catania - sarà una revisione della legge sull'aborto. La legge sulla procreazione attribuisce una soggettività sull'embrione, che è composto da una cellula che si sviluppa in altre cellule, mentre quella sull'aborto permette di interrompere una gravidanza di un feto di 4-6 mesi: è un’incongruenza grande come una casa. Se congelare un embrione di 48 ore significa intervenire su una persona, allora l'aborto è un omicidio». Conclusione: chi ha voluto la legge 40, se il referendum fallirà, partirà all’attacco della 194.

Va anche oltre il segretario radicale Daniele Capezzone, che dopo aver ricordato le recenti «sortite antiabortiste» di Gasparri, Buttiglione e Storace, vede altri rischi «a discendere»: «Il blocco della pillola del giorno dopo, così come quello della RU486, che già non è a disposizione delle donne italiane e le costringe ai rischi e alle sofferenze dell'aborto chirurgico. E non mancherà chi vorrà criminalizzare anche la spirale, volta ad impedire l'annidamento in utero dell'ovulo fecondato». Ecco perché «siamo chiamati a rispondere anche a un quinto quesito occulto». Motivo di più per andare alle urne anche secondo il verde Pecoraro Scanio, mentre il suo collega Cento chiede alla maggioranza «un impegno chiaro e inequivocabile» affinché la 194 non venga toccata comunque.

Impegno che secondo Riccardo Pedrizzi, senatore di An e strenuo astensionista, non ha motivo di esistere, visto che «non c’è nessuna incongruenza: la legge 40 non è in contraddizione con la 194 ma, semmai, con il modo in cui la normativa sull’aborto è applicata. Cioè, spesso, come se non ci fosse di mezzo la vita di un essere umano». Dunque, «quello che dice la Prestigiacomo è falso e dimostra che i referendari non hanno argomenti». All’attacco della ministra anche un altro esponente di An, Alfredo Mantovano, che la invita, «invece di arrampicarsi sugli specchi della 194, a dire che l'eterologa serve a costruire bambini da parata gay».

Intanto, il ministro Tremaglia annuncia: «Mi asterrò, ma lascerò libertà di coscienza agli italiani nel mondo». A cui del resto non avrebbe titolo istituzionale per toglierla. E sull’altro fronte, arriva la terza omelia a favore del voto da parte di don Luciano Scaccaglia, parroco di santa Cristina a Parma già sotto accusa per disobbedienza da parte della Curia. Il quale, per ricordare che «ognuno è tenuto a obbedire solo alla sua coscienza», si affida al Concilio Vaticano Secondo.

E mentre Emma Bonino racconta di aver improvvisato un comizio sul volo Roma-Catania, grazie alla presenza di una bimba nata sana da genitori portatori di talassemia attraverso la fecondazione pre-legge 40, si prepara la manifestazione-concerto di domani alle 21 a piazza Navona per 4 sì.


    

 

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