ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Martedì 5 Luglio 2005

di MARCO CONTI

L’INTERVISTA  

 «Il partito dei moderati? Nasce sui valori»

Mantovano: «Ma non basta il modello Ppe. Pure la Dc cedette sui principi»


 

ROMA - Onorevole Mantovano, An torna ai valori della destra, ma che fine faranno nel nuovo partito della Cdl?
«Intanto sottolineo la corposa rettifica che c’è stata all’Assemblea di An rispetto ad uno sbandamento che aveva disorientato non poco il partito. Specie con il referendum. Siamo andati alle ragioni fondative di An e della destra che su alcuni temi non può transigere. L’ordine del giorno conclusivo non contiene solo l’impegno a non modificare la legge 40, ma una serie di riferimenti concreti sull’identità che, come ha detto Fini, non va solo declamata. Da adesso alla fine della legislatura dobbiamo perseguire alcuni obiettivi precisi».

Quali?
«Per esempio il disegno di legge ”Fini” sulla droga che è fermo al Senato e non per l’ostruzionismo dell’opposizione. Mancano pochi mesi alla fine della legislatura, ma sono convinto che c’è la possibilità di rispettare gli impegni presi. D’altra parte il disegno di legge passò all’unanimità nel consiglio dei ministri e non vedo perchè non debba concludere il suo iter».

Vuol dire che il disegno di legge sulla droga deve stare ad An come la devolution alla Lega?
«Certamente. Dobbiamo farne uno dei punti irrinunciabili di fine legislatura».

Lei crede al partito unico?
«In tutto il mondo occidentale c’è una nuova necessità di certezze e di aggancio a valori concreti. Non siamo davanti ad un blocco monolitico e sarebbe sbagliato far coincidere questo con una rinascita religiosa o solo del cattolicesimo, però sorgono anche in molti laici degli interrogativi che non si ponevano in passato. Ora la politica deve fare la sua parte e la Cdl deve costruire il nuovo soggetto politico intorno ad alcuni precisi valori».

La matrice del Ppe può bastare come punto di riferimento?
«Non penso, anche perchè il Ppe non ha una sua identità precisa. E’ una realtà assolutamente eterogenea, un grande contenitore alternativo alla sinistra, ma nulla di più».

Non sarà perchè, come ricordato dalla Muscardini, il Ppe ha sempre rifiutato l’ingresso di An?
«Questo non è il problema perchè noi non dobbiamo schiacciarci sul Ppe. Ragioniamo sulla specificità italiana e individuiamo i punti fermi intorno al quale far ruotare il nuovo raggruppamento. Senza voler escludere nessuno».

Casini ha parlato di ”partito dei moderati”, che ne pensa?
«Importante è non fare riferimento a un recupero della Dc, che peraltro sui valori ha ceduto molte volte. Per esempio quando si discusse dell’aborto alcune assenze determinanti permisero l’approvazione della legge. Lo stesso Augusto Del Noce era molto critico e assegnava alla Dc molte responsabilità nel processo di secolarizzazione».

Il lavoro del ”Comitato di Todi” è sufficiente per realizzare il nuovo contenitore?
«I livelli e le realtà sono tante, il Comitato sta svolgendo un ruolo importante, ma occorre sottolineare l’apporto della Fondazione ”Magna Charta” che non fa mancare il suo contributo. Ci sono molte altre realtà a destra che stanno riflettendo su questo percorso».

Berlusconi potrà essere secondo lei il candidato premier di questo partito dei valori?
«Berlusconi è il leader di una maggioranza che ha approvato la legge 40 che ha segnato un svolta politica ponendo un limite alla scienza. Ricordo anche i sostegni dati alla famiglia e alla scuola cattolica. Il problema del cambio, ora non si pone. Berlusconi ha sempre favorito l’attuazione di questi valori».


    

 

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