ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:        Pag.     )
Venerdì 24 Giugno 2005

di BARBARA JERKOV

Acque sempre più agitate. Il leader della Destra sociale d’accordo con Gasparri solo sul ”no” a Matteoli coordinatore

  

 Colonnelli senza intesa. Alemanno arretra

Non decolla il patto anti-Fini. Il ministro lasciato solo anche da Storace


 

ROMA - E’ durata lo spazio di un mattino la sfida in campo aperto di Alemanno a Fini per conquistare la segreteria di An. La notte delle cene, infatti, che in una serie di incontri al vertice fra i colonnelli doveva sancire la costruzione di un correntone «patriottico-cattolico-solidarista» contro il neoliberalismo del vicepremier, intorno alla leadership del ministro dell’Agricoltura, ha fotografato, al contrario l’indisponibilità non solo di Destra protagonista, ma addirittura dello stesso Storace a seguire Alemanno su questa linea. La corrente che fa capo all’ex ministro delle Comunicazioni ha deciso ieri di presentare alla prossima assemblea nazionale di An un proprio documento politico, invece di sottoscrivere (come stabilito fino all’altro giorno) quello messo a punto da Alemanno e Mantovano. L’unica intesa raggiunta fra Alemanno e Gasparri è alla fine il veto alla nomina di Matteoli coordinatore di An. Se Fini, come ha già preannunciato ai suoi colonnelli, intende indicarlo formalmente all’assemblea nazionale del partito, non solo Destra sociale si prepara a votare contro questa parte della relazione, anche Destra protagonista è pronta quanto meno ad astenersi.

Sarebbe la prima volta da oltre dieci anni che qualcuno in via della Scrofa osa mettersi di traverso a una relazione del leader, dunque il dato è comunque degno di nota. Su chi invece dovrebbe fare il segretario, però, non c’è nessun accordo. Buontempo propone Gasparri, Landolfi indica Matteoli, Alemanno, naturalmente, aveva in mente sé stesso quando l’altro giorno ha dato mandato a Fiori di annunciare la sua candidatura. Poi, ieri pomeriggio, ritrovandosi solo, il ministro è stato costretto a una precipitosa marcia indietro.

«Ringrazione l'onorevole Fiori», detta infatti Alemanno in una nota scritta alle agenzie di stampa, «per la sua indicazione di una mia candidatura a segretario del partito, ma sottolineo con forza che questo non è l'oggetto all'ordine del giorno, né tantomeno le questioni di organigramma sono al centro dei problemi di An». Quanto alla cena della sera prima con Gasparri: «Nessuna congiura su Fini, ma solo la volontà di fare chiarezza sulla linea del partito, senza diatribe correntizie».

Insomma niente complotti, niente candidatura. Niente, appunto. Una retromarcia strategica, come si diceva, constatato che perfino due fedelissimi come Viespoli e Storace lo stavano lasciando solo. «Noi non dobbiamo fare accordi con Gasparri, ma solo con Fini», ha tuonato l’ex governatore l’altra sera. Gasparri, a sua volta, taglia corto: «Non c'è da eleggere un nuovo capo di An. Non ci sono né congiure, né appiattimenti». Del resto, la divergenza fra Alemanno e l’ex ministro delle Comunicazioni è di fondo: quest’ultimo punta al partito unico della Cdl. Alemanno non ci pensa proprio. «Se Fini non farà nessun passo in avanti sul piano dei valori», ha confidato ieri ai suoi, «mi preparo da qui al 2006 a fare il leader dell’opposizione».


    

 

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