ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Lunedì 11 Luglio 2005

ELENA ROMANAZZI

  

 Il ministro lavora alle misure per la sicurezza e domani andrà in Parlamento. L’opposizione: pronti a valutare


 

Roma. La maggioranza boccia il voto sullo stato di guerra proposto dalla Lega e pensa invece a misure che possano migliorare il contrasto al terrorismo internazionale, senza tuttavia limitare i diritti sanciti dalla Costituzione. L’intenzione del ministro dell’Interno Pisanu è quella di presentare un pacchetto di norme che possa incontrare il consenso non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione, «pronta - parole di Violante e Fassino - a confrontarsi e a valutare le proposte che verranno illustrate» domani alla Camera per potenziare le misure a garanzia della sicurezza ai cittadini.

Il pacchetto antiterrorismo. Al Viminale sono ore frenetiche. Il ministro Pisanu oltre ad essere in stretto contatto con i colleghi dell’Ue in vista dell'incontro fissato per mercoledì a Bruxelles, si consulta costantemente con il premier ed anche con l’entourage del presidente della Repubblica. Il confronto è reso necessario dal fatto che le nuove misure, perché diventino immediatamente operative, dovrebbero essere inserite in un decreto legge. Anche per questo si cerca il consenso dell’opposizione. Le linee di intervento andranno ad incidere su diverse norme.

In primo luogo si prevede l’applicazione delle norme antimafia anche ai sospetti terroristi. E dunque sequestri preventivi dei beni, controlli dei conti correnti, delle attività messe in piedi dagli immigrati regolari là dove vi siano sospetti di connessione con potenziali terrorismi. Secondo: riscrittura dell’articolo 270 bis del codice penale per prevedere la punibilità dei «reclutatori che non sono direttamente inseriti in una struttura terroristica ma vi collaborano». Terzo: l’estensione dalle attuali 12 alle 24 ore dei termini del fermo di polizia per l’identificazione dei soggetti. Quarto: permessi di soggiorno premio non a tempo indeterminato per coloro che forniscono elementi di indagini agli investigatori. Quinto: colloqui investigativi anche contro il terrorismo, del tipo di quelli previsti ora per il contrasto alla criminalità organizzata.

I colloqui, si svolgono in assenza del difensore e non hanno valore processuale, sono veri e propri confronti diretti con un detenuto al fine di ottenere notizie, applicati oggi per la criminalità organizzata e offrono al detenuto uno sconto di pena nel caso in cui le informazioni siano strategiche nelle indagini. Sesto: espulsioni più rapide. Ma su questo punto nella maggioranza ci sono delle perplessità e l’opposizione non ne vuole sentir parlare. Settimo: un preciso piano per la gestione delle emergenze. La superprocura. È un altro elemento in fase di studio. L’ex presidente Cossiga ha presentato un ddl al Senato, seguendo la legislazione britannica applicata per contrastare l’Ira, nella quale propone l’istituzione di una superprocura: un’unità antiterrorismo centralizzata e indipendente dalla magistratura ordinaria. Braccio operativo della struttura, un corpo speciale di superpoliziotti e supermagistrati con licenza di operare a tutto campo per snidare terroristi, reclutatori e fiancheggiatori. L’ipotesi accolta con favore dalla maggioranza si scontra però con i tempi di approvazione.

Il sottosegratario agli Interni Mantovano, con l’appoggio del ministro ma anche di magistrati come Dambruoso e Vigna, spinge invece per affidare alla direzione nazionale antimafia la competenza di una superprocura che coordini le indagini antiterrorismo e per creare giudici e tribunali distrettuali specializzati in questa materia. Il nodo Ue. Il ministro Pisanu porterà un pacchetto di proposte alla riunione straordinaria dei ministri dell’Interno e della Giustizia fissata per mercoledì a Bruxelles.

Il ministro britannico Charles Clarke ai colleghi proporrà di tenere sotto controllo i cittadini europei memorizzando le conversazioni telefoniche e i messaggi e-mail per un periodo compreso tra i sei mesi e qualche anno. Non solo. Clarke chiederà agli stati membri un aumento delle informazioni fornite all’Europol per far sì che il database dell’agenzia europea contenga dati aggiornati sui sospetti. Lavorare tutti insieme e più velocemente è uno dei punti fondamentali per fronteggiare il terrorismo. Per questo si cercherà, nel corso della riunione, di ridurre la diffidenza di alcuni Stati membri nei confronti di sorveglianza comune e condivisione di informazioni. Si ragionerà anche sull’ipotesi di creare una rete di esperti Ue per proteggere le «infrastrutture essenziali» e una «sala crisi» con sede a Bruxelles integrata dagli esperti anti-terrorismo dei Venticinque.


    

 

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