ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Lunedì 26 maggio 2003

di ANTONIO DE FLORIO

A Bruxelles il dossier inglese. Amnesty International: spostare oltre i confini chi chiede asilo politico? Legalmente infondato

«Campi di accoglienza fuori dalla Ue»

Proposta di Londra sui profughi. Ma il sottosegretario Mantovano: impraticabile


ROMA - Sono una valanga gli extracomunitari che chiedono asilo politico e gli inglesi hanno sfornato questa proposta: in attesa della valutazione delle domande, i profughi possono attendere la risposta in campi di accoglienza ai confini dell’Unione europea. Ad esempio, per quelli che sbarcano in Puglia, i "centri" si possono attrezzare in Albania. Sulla singolare proposta britannica di «parcheggiare fuori gli asilanti», che ha già provocato le proteste di "Amnisty International", sta per dare il suo parere, probabilmente in maniera parzialmente positiva, l’esecutivo dell’Unione europea. La riunione è prevista per domani a Bruxelles.

Come hanno preannunciato fonti ufficiali della Commissione europea, l’esecutivo esaminerà due rapporti stilati per il consiglio dei ministri europei della Giustizia e dell'Interno, sempre a Bruxelles, del 5 e 6 giugno prossimi. Ma la decisione vera e propria probabilmente si avrà nel vertice di Salonicco di fine giugno.

Uno dei due dossier riguarda il diritto di asilo. Il documento, si è limitato ad indicare un portavoce dell'esecutivo Ue, affronta le questioni legali, finanziarie e logistiche della proposta britannica che prevede fra l'altro «la ripartizione degli oneri e delle responsabilità con le regioni di origine». Un tema molto caro al governo italiano che sugli sbarchi dei clandestini chiede da tempo uno sforzo comune di tutti i Paesi dell’Unione.

Sulla «soluzione inglese» Amnesty International è andata giù duro fin dal marzo scorso: «È legalmente infondata e completamente inappropriata». E ancora: si vogliono creare «zone regionali di protezione da stabilirsi in paesi come la Turchia, l'Iran, la Somalia o il Marocco», sotto la responsabilità delle Nazioni Unite. Nell'iniziativa di Londra c'è anche la proposta di creare centri per l'esame delle domande di ammissione in alcuni paesi confinanti con l'Unione europea, come l'Albania, la Romania e l'Ucraina.

Quello che auspica Londra, ha però affermato il commissario europeo agli affari interni, il portoghese Antonio Vitorino, «è in linea con le nostre preoccupazioni, che richiedono un nuovo approccio al problema della richiesta di asilo». La proposta, aveva detto il portoghese Vitorino, dando un'idea del giudizio contenuto nel documento all'esame del collegio dei commissari di domani, può essere considerata «complementare» con il lavoro dell'Ue sul problema. Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che ha seguito passo passo la legge sull’immigrazione "Bossi Fini", si mostra molto perplesso sulla proposta inglese. «Vedo delle difficoltà - dice - prima di tutto di ordine pratico. Noi con la nuova legge abbiamo previsto delle commissioni territoriali per valutare in modo più celere le domande di asilo. Se i profughi dovessero essere sistemati fuori dell’Ue, come faranno le commissioni esaminitraci a compiere la loro istruttoria in uno stato extracomunitario? Chi si fara carico dei centri di accoglienza e della loro sicurezza? Uno di questi centri dovrebbe sorgere in Turchia, ma come si fa a mandare i profughi curdi in quel paese? Sono comprensibili le preoccupazioni della Gran Bretagna con cui abbiamo un rapporto privilegiato, ma anche Germania e Francia hanno lo stesso problema e probabilmente per il vertice di Salonicco sarà trovata una soluzione comune».

Lo scorso anno hanno chiesto asilo in Gran Bretagna 110.700 persone, il 20% rispetto al 2001 e il Regno Unito è il paese dell'Unione europea più ambito dagli aspiranti immigrati extracomunitari (27% del totale delle domande di accoglienza).


    

 

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