ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Giovedì 25 maggio 2006

A.D.F.

 

 Mantovano (An): «E’ una presa in giro, il rischio è diventare la meta di tutti»


 

ROMA - Onorevole Alfredo Mantovano , lei e il suo partito, An, siete contrari a un secondo decreto-flussi per gli immigrati. Perché?
«Intanto vorrei capire di che si tratta. Nel senso che mettendo insieme il diluvio di dichiarazioni che il neoministro della Solidarietà Ferrero ha fatto in questi giorni non si capisce se è qualcosa diretto a far venire chi in questo momento è al di fuori dei confini europei o viceversa è diretto a regolarizzare o a sanare la posizione di chi è entrato irregolarmente».

Il sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi sostiene che si tratterà di un secondo decreto flussi e riguarderà solo coloro che hanno già presentato la domanda e non sono rientrati nei 170.000 previsti dal primo decreto...
«Vorrei tanto che questi signori non ci prendessero in giro. Se noi parliamo di domande presentate in virtù del decreto flussi di qualche mese fa, queste richieste puntano a far entrare in Italia extracomunitari che si trovano fuori. Il numero di 170.000 è stato individuato sulla base di una procedura abbastanza complessa che riceve le indicazioni delle camere di commercio e delle principali associazioni di categoria e puntano, queste domande, a far arrivare in Italia persone al di fuori del confine europeo. Se di domande ne sono state presentate più dei posti disponibili non mi pare che sia una grande tragedia. Non c’è da sanare la posizione di nessuno ».

Ma in realtà sappiamo che non è così...
«Allora si adoperino i termini adeguati: si parli di sanare la posizione di gente che è già in Italia e non più di decreti-flussi. Non facciamo il gioco delle tre carte. Il decreto sulle quote serve a far venire chi sta fuori. La quantità di chi sta fuori è stata determinata dagli addetti ai lavori; quelli che stanno dentro irregolarmente sono tutt’altra cosa».

Lei ha parlato del rischio di rivolte nelle periferie italiane come è avvenuto nelle banlieu parigine. Ha esagerato?
«Io metto insieme varie dichiarazioni. Posto che il presidente del Consiglio non ha ancora detto nulla neanche nei discorsi in parlamento per spiegare quale sarà la sorte sia della legge “Bossi-Fini” sia della politica italiana sull’immigrazione, se da un lato il ministro Ferrero dice in sostanza venite tutti e cominciate a lavorare in nero e vi regolarizziamo, se gli fa eco il sottosegretario Lucidi sostenendo che non rimanderemo più nessuno in Libia perché questo paese non aderisce alla convenzione di Ginevra, allora a questo punto la Libia farà partire tutti quelli che arrivano sulle proprie spiagge».

Ma Amnesty International ha condannato le deportazioni in aereo che sono state fatte dall’Italia alla Libia, senza distinguere coloro che chiedevano asilo...
«Amnesty si rivolga all’Unione europea e invece di puntare il dito contro l’Italia che ha fatto i miracoli, protesti contro Zapatero che ha fatto sparare contro chi tentava di entrare in Spagna. Altro che deportazioni».


    

 

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