ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Martedì 21 Settembre 2004

dal nostro inviato MARIO AJELLO


 


 Per gli onorevoli pellegrini un tuffo nel Mar Morto, un coro al Signore e un pensiero alle elezioni

 


 

GERUSALEMME Vedono il Muro che divide ebrei da palestinesi e ne soffrono. Si fanno il bagno nel Mar Morto, dove si galleggia beatamente, si spalmano il fango sui corpi (che è una goduria) e ridono come ragazzi dell’oratorio in viaggio in Terra Santa. Sono proprio - come nella celebre canzone di Paolo Conte, ”Bartali” - «il volto allegro degli italiani in gita».

Adesso i deputati pellegrini - una quarantina del Polo e dell’Ulivo più i propri cari, gli assistenti e i portaborse tutti sotto l’ottima guida di monsignor Fisichella, ”cappellano” di Montecitorio - ricevono la visita di Pier Ferdinando Casini nel cuore della città vecchia. Nel Cenacolo, il presidente della Camera dice loro che «siamo tutti figli di Gerusalemme». Poi si prega. E dopo ci si avvia, in questo quarto e ultimo giorno di pellegrinaggio, verso il Muro del Pianto. Anche lì, la politica italiana li insegue. Suona il telefonino del forzista ciellino Maurizio Lupi, il quale comincia a parlare, con tono fra il concitato e il divertito, di chi candidare alle suppletive in Emilia Romagna. Un collega di partito, al Santo Sepolcro, si avvicina invece al berlusconiano Sanza e gli dice: «Angelino, domani alla Camera come dobbiamo votare sull’emendamento Barbieri?». Anche Barbieri (Udc) è della compagnia. E in tanto misticismo insiste con gli amici: «Mi raccomando, votate il mio emendamento».

Però, il clima è davvero spirituale. L’azzurro Sanza e Roberto Pinza (Margherita) stanno simpaticamente conversando sotto la Spianata delle Moschee, mentre aleggia sulle loro teste la nenia del muezzin. State inciuciando per il Grande Centro? «Macché! Qui in Terra Santa non si è mai parlato di politica. Solo di fede». Un po’ è vero. Gli azzurri Palmieri, Palma, Rosso, Viceconte, la tribù Giovanardi (tre figli, moglie, nipoti), Bianchi e Meduri della Margherita, Mantovano e Buontempo di An e tutti gli altri sono venuti qui alle fonti del cristianesimo per bere una cultura di pace. E Casini di questo parla: «Noi avvertiamo quanto sia flebile il nostro grido per la pace e dobbiamo fare di più. Come ha detto il Santo Padre, nessuna guerra si può fare in nome di Dio». Poi invita a pregare per la sorte delle due Simone.

Ecco Giuseppe Rossiello, unico diessino del gruppo e non un cristiano sociale: ma uno di sinistra-sinistra. Racconta: «Sono un antico professore di scuola. I viaggi di gruppo servono a conoscersi meglio. Io infatti qui ho scoperto, per esempio, Buontempo: che gran persona, colta ed educata! L’unica differenza e che nelle gite scolastiche si partiva in cinquanta e si tornava, come minimo, in cinquantuno». Stavolta no: castità.

Una delle guide, sui tre pullman dei devoti parlamentari, è un barbuto frate cappuccino, Pasquale. Il quale ha avvertito la comitiva: «Gesù non dava titoli alle persone. Le chiamava ”fratelli”. Anche io faccio così». E infatti: «Fratel ministro...», «Fratel sottosegretario...», «Fratel portaborse...». Vuole così bene ai suoi deputati pellegrini che gli ha insegnato canti sacri che loro non conioscevano. E che ora intonano in preda a somma letizia: «Ti ringrazio, oh mio Diooooo....». E’ il momento della foto al Muro del Pianto. Un deputato ironizza: «Presidente Casini, non ti mettere sempre a sinistra!». E giù a ridere. Buontempo è commosso dopo la visita al Museo dell’Olocausto: «Quella stanza dedicata ai bimbi trucidati nei lager è uno strazio». Vi è entrato non con la kippah, ma col berrettino dell’Opera romana pellegrinaggi.

Casini è molto istituzionale. Così si rivolge a Moshe Kazav, capo dello Stato israeliano: «Sentimenti profondi uniscono da sempre l’Italia a Israele. Il nostro Paese si è assunto la sua responsabilità nella lotta al terrorismo. E il Parlamento ha mostrato impegno costante contro i risorgenti fenomeni di antisemitismo. Auspico che Israele possa vivere in pace con i suoi Paesi vicini e con lo Stato palestinese».

C’è un clima di speranza. Ma anche un po’ di delusione in Rossiello: «Troppo clamore intorno a questo pellegrinaggio, sta diventando una parata di democristiani». Sanza resta speranzoso: «Da dieci anni, non parlavo più con Pinza, democristiano come me, ma nel polo opposto. Qui ho ricominciato». Durerà? Intanto la guida, a bordo di uno dei pullman, spiega: «Stiamo passando davanti al famoso Hotel King David. Lo vedete quel palazzo sulla sinistra? E’ la residenza dove vive il cardinal Martini». Segue un piccolo coretto azzurro: «Sempre a sinistra quello lì!». Ma basta così. Oggi a Roma si vota sulle riforme, e bisogna precipitarsi sull’aereo di ritorno. Con la soddisfazione di aver ”incontrato” Gesù, ma non Madonna che pure in questi giorni era qui.


    

 

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