ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Martedì 16 luglio 2002


La norma nel decreto sull’emersione

Fini: «Le impronte vanno prese a tutti senza distinzioni»


ROMA - La norma per rilevare le impronte digitali a tutti i cittadini, compresi gli italiani, può essere inserita nel decreto legge che regolarizzerà gli stranieri che lavorano in nero nelle imprese. Ad affermarlo è il presidente di An e vicepremier, Gianfranco Fini. «Estendere a tutti senza alcuna distinzione tra italiani e immigrati extracomunitari, i rilievi dattiloscopici per garantire certezza dell' identità - ha dichiarato Fini - è un impegno che la maggioranza ha preso da tempo, come confermano gli ordini del giorno di La Russa e di D'Alia, approvati alla Camera il 3 giugno, col parere favorevole del governo». «Giovanardi - ha proseguito il vicepremier - ha fatto benissimo a confermarlo, sia per evitare spiacevoli malintesi derivanti da disinformazione, sia per stroncare le strumentalizzazioni dell'opposizione. Ritengo - ha quindi aggiunto Fini - che il prossimo decreto per legalizzare i lavoratori extracomunitari in nero, sia lo strumento idoneo per mantenere l'impegno e far sì che l'entrata in vigore delle norme relative alle impronte non determini alcuna disparità di trattamento».

Considerare vessatorio il rilievo dattiloscopico equivale ad associare l'impronta ad un'immagine da Chicago anni '30, quando invece la certezza dell'identità personale è importante non solo dal punto di vista della sicurezza pubblica, ma per quella personale: «è la stessa cosa che farsi fotografare». Lo ha dichiarato il sottosegrario all'Interno Alfredo Mantovano. A rendere possibile la nuova tecnica sarà un piccolo scanner per fotografare e confrontare in tempo reale le impronte digitali. Verranno molto probabilmente "schedati" così gli italiani. Una tecnica moderna e veloce, già impiegata in molte questure per fare rapidi controlli, anche se, per il momento, l'unico metodo valido dal punto di vista giudiziario rimane quello delle cinque dita pigiate contro l'inchiostro, che finiscono poi nel classico cartellino segnaletico. Ma per 56 milioni di italiani sarebbe certamente più rapido l'uso della tecnologia, già impiegata in caso di massicci sbarchi di clandestini non per una "schedatura", ma per effettuare rapidi controlli di persone che arrivano senza documenti.

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