ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO Lunedì 14 gennaio 2002

M.Cof.

Mantovano: «I magistrati scelgano da che parte stare»


ROMA - «A questo punto i magistrati devono scegliere: Favara o Borrelli». Così il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano (An), con delega alla pubblica sicurezza, interviene nelle polemiche sollevate dal discorso di apertura dell'anno giudiziario pronunciato ieri a Milano dal procuratore generale Francesco Saverio Borrelli. «A differenza di quanto ha sostenuto l'on. Fassino - dice Mantovano - quello di ieri non è stato un grido di dolore ma di sconfitta. Ora mi aspetto che, all'interno della magistratura, chi non condivide nè i contenuti nè il tratto del discorso di Borrelli scelga». Per Mantovano quella di ieri «o è stata la sconfitta di una strategia che ha visto il tentativo di esercitare attraverso la giurisdizione un controllo sulla politica o la resa di un ordine dello Stato. Mi auguro non si tratti della seconda ipotesi, perchè sono convinto che la magistratura debba essere distinta per la sua imparzialità ed efficienza». Quella di ieri, secondo Mantovano, resta una triste pagina della storia del Paese: «Come magistrato - afferma - sono profondamente amareggiato per quanto è accaduto il giorno dell'appuntamento formale più importante per l'ordine giudiziario. Se la magistratura coincidesse con lo spettacolo che ha dato ieri io avrei serie difficoltà a riconoscermi in quest'ordine».

Ma l’accusa più grave che Mantovano ci tiene a smentire è quella di Milano: «Borrelli ha detto una cosa non vera e cioè che i pm impegnati nel processo Sme, che vede tra gli imputati il presidente del consiglio, sarebbero stati lasciati privi di protezione. È falso». Il riferimento è evidentemente alla dottoressa Boccassini «che ha visto ridimensionato il numero di uomini destinati alla sua tutela, ma non è rimasta senza protezione. Anzi, come ha chiarito ieri, per l’ennesima volta, il prefetto di Milano, ogni mattina due uomini, una macchina blindata si presentano ma lei li rifiuta. In generale, comunque, viene mantenuta una attività di forze di polizia in servizio di bonifica, cioè fa in modo che non ci siano problemi nel territorio in cui il magistrato si muove. Questo è il giudizio dell’organo tecnico più qualificato per valutare i rischi cui sono esposti i magistrati, cioè il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Milano. Non sono a conoscenza del Comitato altri pericoli che non possano essere fronteggiati con la tutela che è stata disposta». Perché la scorta, sia pure ridimensionata, è rifiutata dalla Boccassini? «Lo fa anche con modalità che non vanno nella direzione della dignità delle forze di polizia addette alla sua persona. Lo dico perché va rispettata la dignità di tutti, non solo quella dei magistrati». «A Milano, nello stesso distretto, altri magistrati, attualmente impegnati sul fronte del terrorismo di matrice islamica, sono tutelati in modo più intenso. La valutazione del rischio deriva sempre dalle valutazioni del Comitato provinciale e viene fatta su elementi oggettivi, non certo sull’emotività».

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