ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:         )
Martedì 25 Novembre 2003

P.Or.

LE REAZIONI

I poli plaudono allo strappo. «Ma tolga la fiamma»

Casini: vicepremier apprezzato anche da Schroeder. Rutelli e Bertinotti: un fatto storico, merita rispetto


 

ROMA - Raccoglie ampi consensi da maggioranza e opposizione la visita di Gianfranco Fini in Israele. Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, a Berlino presso la fondazione Adenauer, è certo che «Fini con il suo viaggio in Israele completa un lungo cammino condotto con onestà intellettuale e personale». Riconosce Casini di aver «registrato un apprezzamento notevole verso Fini non solo da parte degli esponenti democratico-cristiani ma anche da parte degli esponenti dell'altro schieramento che ho incontrato. Questo dimostra ancora una volta che c'è un ottimo rapporto tra Italia e Germania e che le relazioni bilaterali sono ottime. Mi ha fatto piacere questo grande riconoscimento anche da parte di Schroeder che dimostra la grande attenzione mostrata verso l'evoluzione della politica italiana, a partire dal lavoro di Fini. Il vicepremier quindi non ha solo consensi in Italia, ma anche in Europa».

Per il segretario dell’Udc, Marco Follini, «il viaggio di Fini è l'ultima tappa di un lungo percorso. Che quel percorso arrivi oggi a compimento è un suo merito ed è un successo di tutta la democrazia italiana». Incalza il ministro Carlo Giovanardi: «E’ il segno tangibile di una destra matura e responsabile». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, pensa che la visita sia importante anche per la coalizione e che ora «deve cadere questa sorta di pregiudiziale nei confronti di An».

Per An, il partito del vicepremier, il viaggio «consacra il ruolo di Fini», parola del coordinatore Ignazio La Russa. Condanna l’Olocausto anche il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri. Si uniscono al coro di plauso lo storico di An, il vicepresidente del Senato, Domenico Fisichella (anche se l’esponente politico non vede «un problema di legittimazione politica da parte di una fonte estera»), il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, («sarebbe riduttivo leggere questa visita solo in termini di completamento di un percorso») e il capogruppo dei deputati, Gianfranco Anedda. Intanto Francesco Storace che è stato in Israele tre anni fa giudica «impegnative» le riflessioni di Fini, mentre Adolfo Urso, è stato in Israele nel dicembre del 2001 e ci tornerà il 13 dicembre di quest’anno, pensa sia l’evento più importante nella storia di An.

Giudica un «grande passo» Alessandra Mussolini. La nipote del Duce sostiene che il «mondo intero, compreso il Vaticano e il Papa, deve chiedere perdono a Israele». Ma non solo: suo nonno cosa avrebbe pensato di Fini? «E’ morto e io sono un’altra persona. La mia famiglia è una cosa, la politica un’altra».

Un «fatto positivo» per Massimo D’Alema. Il presidente dei Ds ricorda di aver visitato Israele «un numero notevole di volte, era lui che non poteva andare. Mi fa piacere che Fini abbia assolto questa situazione e abbia compiuto una riflessione critica sulla storia passata del suo partito che gli ha consentito di avviare un rapporto normale con Israele. C'è poi un evidente feeling tra l'attuale governo israeliano e la destra italiana. Nei confronti del governo Sharon noi siamo piuttosto critici: la politica dell'esecutivo israeliano purtroppo non aiuta la pace».

Chiedono che Fini tolga dal simbolo la Fiamma tricolore il coordinatore della Quercia, Vannino Chiti, il segretario dello Sdi, Enrico Boselli e il leader della Margherita, Francesco Rutelli. Parla di «un fatto storico» Rutelli, un epilogo «di un percorso molto sofferto che merita rispetto anche da parte nostra». Quindi una richiesta: «Mi auguro che, però, Fini chieda anche a Sharon di dare al popolo palestinese il riconoscimento dei loro diritti e anche lui, come ha fatto il Pontefice, gli ricordi che la pace ha bisogno di ponti e non di muri che allontanano e non avvicinano i popoli».

Apprezzamento anche da parte del segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti: «Quando Fini dice che c'è stata una pagina vergognosa, come quella sul razzismo e le leggi razziali nel nostro Paese, dice una cosa importante che è un bagaglio di tutti, quale che sia stata la storia di ognuno di noi».

 

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