ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il mattino di Padova
(Sezione:   Pag.    )
Giovedì 25 luglio 2002

di Paola Malagoli



Un commando per assassinare il cinese
Al feroce agguato di via Berchet hanno partecipato cinque killer
Identificato il ferito E' fuori pericolo ed è stato interrogato dalla Squadra Mobile


Sta meglio il cinese accoltellato. E' stato identificato e interrogato per un paio d'ore, con l'aiuto di un interprete. Il giovane ha ricostruito la violenta aggressione, dando però pochissime indicazioni sui connazionali che volevano ucciderlo. Avrebbe detto che non li conosceva.

Certamente doveva essere ammazzato, e all'interno del «Gigibar» di via Berchet i killer gli avevano preparato un agguato. Erano in cinque o sei pronti ad ucciderlo, e il piano criminale è fallito solo per la strenua reazione del diciottenne Zhouxiang Ren (questo il suo nome), che ha cercato di difendersi con tutte le forze, riuscendo alla fine a sottrarsi alla furia degli aggressori. E' uscito di corsa dal locale, cercando di tamponarsi la profonda ferita alla carotide. Ha percorso barcollante una ventina di metri, crollando poi a terra. I tempestivi soccorsi e la riuscita di un delicato intervento chirurgico alla gola gli hanno salvato la vita. Tant'è che ieri a mezzogiorno i poliziotti della Mobile sono riusciti a prendergli le impronte digitali e, verso le 18, sono andati in Rianimazione centrale per interrogarlo. Nel frattempo era stato identificato, in quanto nell'ottobre di due anni fa era stato fotosegnalato dalla questura. Ren è un clandestino, originario della solita regione di Zhejang (tutti i cinesi che vivono in Italia sostengono di essere originari di lì), compirà 19 anni ad ottobre, faceva parte dell'immenso sommerso che caratterizza anche la nostra città.

Al «Gigibar», che è gestito da cinesi, l'avevano visto due o tre volte al massimo. Andava lì per collegarsi ad Internet, nella saletta interna. Martedì aveva varcato la soglia del locale, che è gestito dal connazionale Xia Weijief, verso le 14. Probabilmente si era seduto alla postazione Internet (nella sala ce ne sono sei), collegandosi ad un sito cinese, che gli inquirenti hanno trovato ancora aperto. Poco dopo sono arrivati altri tre o quattro connazionali, che si sono seduti accanto a lui. Erano lì per tenerlo d'occhio, certamente l'avevano anche seguito, in attesa dell'arrivo dei due sicari. Un agguato in piena regola, organizzato dalla criminalità orientale, uscita allo scoperto per fargli pagare qualche grave colpa. E, soprattutto, per dargli una lezione davanti a tutti, secondo le regole più elementari delle organizzazioni mafiose. Forse il fallito delitto è legato alla rapina di cinque giorni fa, compiuta da tre cinesi in un market cinese all'Arcella. Troppo vicini e troppo eclatanti i due episodi perché non ci sia questo sospetto. I killer sono sopraggiunti verso le 14.30: chi abita accanto al bar ha sentito urlare per alcuni minuti. Poi Ren è corso fuori. E sono scappati anche i connazionali che volevano ammazzarlo. Il diciottenne era stato colpito da due coltellate più profonde, alla gola e al petto, e da altri fendenti, alle mani, al torace e al fianco. Si è salvato per miracolo, ma l'allarme resta alto.

Raffaele Zanon, assessore regionale alla Sicurezza, incontrerà oggi a Roma il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano per parlargli dei due episodi criminali, legati alla presenza cinese a Padova. «Dai documenti di questi orientali si evince che provengono tutti dalla regione di Zhejiang, anche i proprietari degli otto nuovi esercizi commerciali aperti nell'ultimo anno in città. Perché provengono tutti da questa zona?».


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