ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:    Pag. 4  )
Lunedì 8 luglio 2002

ELENA ROMANAZZI

MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO AGLI INTERNI

«Giudici inefficienti, non applicate le leggi»



«NON servono leggi ad hoc per risolvere la questione, il problema principale riguarda l'efficienza dell'autorità giudiziaria». Il sottosegretario al ministero dell'Interno, Alfredo Mantovano si augura che per la scarcerazione per decorrenza dei termini del boss Mario Fabbrocina, venga effettuato un accertamento in sede disciplinare.

Il presidente della Commissione Antimafia, Roberto Centaro, ha annunciato che invierà un rapporto al Viminale nel quale si chiede l'intervento del Parlamento per evitare altri casi come questo. Lei che ne pensa?
«Io non vedo un problema di carattere generale, i termini tengono conto della gravità dei reati. Quello che sta accadendo a Napoli ma anche in altre zone interessate a fenomeni di criminalità organizzata, è un problema che chiama in causa l'efficienza della macchina giudiziaria e della magistratura. È inammissibile che, trovandosi di fronte a personaggi di questo spessore criminosi, non si faccia il massimo dello sforzo per farsi che, in applicazione delle leggi vigenti, si eviti l'uscita dal carcere».

Processi troppo lunghi e procure che lamentano carenze di organici. È questa la causa che determina l'uscita di criminali?
«Oggi il problema principale che riguarda l'autorità giudiziaria, più che quello della politicizzazione, è quello dell'efficienza. Su questa riflessione ci si dovrebbe soffermare un po tutti. A Napoli e non solo».

Occorrono nuove leggi?
«Io non credo che ci vogliano leggi ad hoc per risolvere questi problemi. Ho delle perplessità di massima sulle modifiche del codice a seconda delle emergenze o della cessazione di queste. Credo che sia sufficiente applicare la legislazione vigente per ottenere risultati di sicurezza sociale. Mi auguro che ci sia un accertamento in sede disciplinare su ciò che ha provocato questo episodio. Sono sicuro che un impegno e un'attenzione maggiore li eviterebbe. Sono per la modica quantità della modifica normativa e solo nei casi assoluta necessità».

Il presidente della Commissione Antimafia ritiene che si debbano dare a Napoli e alla provincia più uomini sul fronte della sicurezza, e più magistrati e mezzi alla Procura.
«A mio avviso non è una questione di numeri. Il rapporto tra unità di polizia e popolazione residente nella provincia di Napoli è di una unità ogni 237 abitanti. Una media che supera quella nazionale dove il rapporto è uno ogni 256 abitanti. C'è un problema non di numeri ma, semmai, di coordinamento. Il discorso è ancora più significativo per l'autorità giudiziaria. Non mancano magistrati a Napoli. E casi come questi fanno sorgere il dubbio che forse sarebbe necessario un incremento della qualità nel lavoro».

Si riferisce ai criteri di valutazione del lavoro dei magistrati?
«Io penso alla qualità di intervento e al senso di responsabilità che devono avere i magistrati. Se mi trovo di fronte un boss come Fabbrocino, e non c'è un comportamento di massima alacrità conseguente, significa che qualcosa non funziona».

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