ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO Venerdì 2 novembre 2001

MARIA PAOLA MILANESIO

INTERVISTA

«Allarme del Sisde: il pericolo può venire dai Balcani»


Niente allarmismi, ma livello massimo di attenzione sì. Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, mette in guardia dal rischio della psicosi attentati, perché si finirebbe per fare il gioco dei terroristi.

Dobbiamo temere kamikaze sulle nostre autostrade?
«La parola da adoperare non è allarme ma attenzione. Il livello di difesa e di prevenzione che si sta realizzando, non solo in Italia, è dinamico. Mi spiego: visto che è impossibile mettere agenti davanti a ogni potenziale obiettivo, si punta al massimo raccordo tra l’attività dei servizi e l’attività delle forze di polizia».

Nel caso delle autostrade, come nasce questa maggiore attenzione?
«Il Sisde ha segnalato un rischio attentati con mezzi pesanti su uno dei tunnel posti al confine o sulla dorsale appenninica. Ha indicato anche una determinata area geografica di provenienza del mezzo pesante - i Balcani -, il che spiega i controlli intensificati nei porti di Trieste e Ancona. I controlli della polizia si sono mossi in questa direzione; quando si attenuerà il livello di allarme su questo fronte, si destineranno le forze di polizia ad altre attività».

L’allarme del Sisde specificava il periodo del possibile attentato?
«Non ho visto materialmente l’informativa, ma queste note non contengono, di norma, il giorno e l’ora».

E quindi nemmeno si può dire quanto durerà l’allarme.
«Al momento no. Comunque, vorrei dire una cosa ai cittadini, considerando la loro collaborazione e il loro senso di responsabilità. Apprezzo molto la circostanza che, nonostante le code sulle autostrade e le file negli aeroporti, non ci siano segnali di insofferenza. Se possibile, inviterei anche a segnalare tutto ciò che viene notato come oggettivamente anomalo».

Sulle strade ci sono uomini sufficienti per garantire la sicurezza?
«Si sta facendo tutto quanto è possibile, con le risorse disponibili. Al momento vengono utilizzati tutti gli uomini possibili: sono state bloccate le ferie, ridotti al lumicino i permessi e i riposi, aumentati gli straordinari, proprio per recuperare il maggior numero di unità senza penalizzare il controllo sulla criminalità ordinaria. Tra breve saranno disponibili anche 4000 militari, che sostituiranno gli agenti destinati alla sorveglianza di obiettivi fissi».

Dobbiamo abituarci a convivere con questi allarmi?
«È un po’ presto per dirlo, sono trascorsi meno di due mesi dall’attentato alle Twin Towers. Il terreno da recuperare è molto, perché nonostante ormai da 10 anni sia presente in Europa la minaccia legata a questo tipo di terrorismo, non sono state adottate le adeguate contromisure, anche in termine di formazione e di addestramento degli uomini. Non si può recuperare tutto in pochi giorni e neanche in poche settimane».

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