ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:        Pag.     )
Venerdì 22 Luglio 2005

re. po.

 

  

 Scontro sulla giustizia, slitta il salva-Previti


 

Al Senato il disegno di legge ex Cirielli slitta ancora una volta. Ieri è mancato per ben quattro volte il numero legale e il ddl tornerà martedì all’esame dell’assemblea di Palazzo Madama. L’opposizione è convinta che in alcuni settori della maggioranza alle riserve sul disegno di legge si siano aggiunti alcuni malumori concernenti la riforma della giustizia. «È evidente - ha commentato Guido Calvi, dei Ds - che il centrodestra è in difficoltà in materia di giustizia e molti senatori della maggioranza manifestano il loro dissenso dai contenuti dell’ex Cirielli disertando l’aula».

E il capogruppo Udeur a Palazzo Madama Nicodemo Filippelli si è rivolto al presidente del Senato: «La voglia di approvare a tutti i costi la ”ex Cirielli” sta soffocando il dibattito su temi molto importanti. Ci appelliamo a Pera, l’unico che può riportarli alla ragionevolezza. Peraltro, l’ex Cirielli non piace neppure a molti della maggioranza». Ma la tensione nel campo della giustizia contagia anche lo stesso Consiglio superiore della magistratura. Giovedì prossimo ci sarà un plenum straordinario del Csm. La decisione è giunta poche ore dopo che tredici consiglieri dello schieramento che in commissione Incarichi direttivi ha sostenuto la candidatura del procuratore di Palermo Piero Grasso alla guida della Procura nazionale antimafia, avevano sollecitato il Csm a convocare entro il 2 agosto, data in cui scade la proroga concessa dal governo all’attuale ”superprocuratore” Piero Luigi Vigna, una seduta straordinaria di plenum (ieri si è svolta l’ultima seduta di plenum, poi il Csm avrebbe chiuso i battenti per la pausa estiva) per la scelta del successore. La richiesta era stata depositata al comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli dai 5 consiglieri laici espressione della Cdl (che avevano già anticipato l’intenzione di sollecitare la nomina), dai 6 consiglieri togati della corrente Unicost e da 2 togati di Magistratura indipendente.

Giovanni Salvi, di Magistratura democratica, ha criticato la richiesta dei colleghi. Il collega Francesco Menditto, sempre di Md, relatore a favore di Caselli, non ha depositato le motivazioni della sua proposta, bloccando di fatto la procedura. Una settimana fa la commissione Incarichi direttivi ha licenziato le sue proposte per il ”dopo Vigna”: testa a testa, almeno in prima battuta, tra Grasso e il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli, ad ognuno dei quali sono andati tre voti. Ma sulla carta il procuratore di Palermo è il favorito: può contare, infatti, su 13 voti (14 se si aggiungerà allo schieramento anche il laico dello Sdi Gianfranco Schietroma), mentre Caselli si ferma a 9 (i togati delle correnti di sinistra e il laico dei Ds Luigi Berlinguer).

Ieri la battuta d’arresto determinata da Menditto. A complicare la situazione, la riforma dell’ordinamento giudiziario, quindi anche della norma in base alla quale non si possono assegnare incarichi direttivi ai magistrati che abbiano già compiuto 66 anni, ed è proprio il caso di Caselli. Caselli, da parte sua, è stato durissimo sulla riforma della giustizia: «Sono quattro anni ormai che si fanno leggi per niente preoccupate dell’interesse pubblico o degli interessi generali, le cosiddette leggi ”ad personam”, e questo progetto di controriforma dell’ordinamento giudiziario va esattamente nella stessa direzione». Immediata la replica di Luigi Bobbio, di An: la riforma «impedisce che un magistrato con propensione a coltivare trame investigative, sconfessate dai tribunali, vada alla Procura antimafia». Un’apertura all’opposizione è giunta invece dal suo compagno di partito, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, magistrato.


    

 

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