ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MATTINO
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lunedì 15 luglio 2002

LUCIANO PIGNATARO

Impronte anche per gli italiani, presto la legge


Tutti con le dita nell’inchiostro per poi pigiare sul foglio bianco e lasciare, indelebili, la memoria delle nostre impronte alla banca dati del Viminale. Il provvedimento è imminente: il minitro per i Rapporti con il Parlamento ha annunciato un disegno di legge che il Governo si accinge a presentare per introdurre nel nostro paese il rilevamento obbligatorio per tutti i cittadini italiani, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha precisato che la norma sarà inserita nel decreto-legge, ai primi di agososto, che servirà da sanatoria per i lavoratori clandestini.

Un’iniziativa di cui si è già parlato più volte e legata alle esigenze di sicurezza, ma che adesso assume contorni concreti sulla scia dell’ultimo colpo di coda della polemica scaturita dall’approvazione della Bossi-Fini sull’immigrazione che prevede così come accade in numerosi altri paesi europei tra cui la stessa Gran Bretagna dove i cittadini non hanno neanche la carta d’identità, il rilevamento obbligatorio delle impronte per tutti i gli extracomunitari che chiedono o semplicemente rinnovano il permesso di soggiorno. Una norma giudicata discriminatoria, duramente criticata dallo stesso Rutelli - peraltro dichiaratosdi più volte favorevole alle impronte per tutti - e dai Ds, c’è chi è arrivato a parlare di «introduzione dell’Aparthaid».

Giovanardi ha reso noto l’orientamento del governo in un colloquio con il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche (Ucei) Amos Luzzato: una chiacchierata che ha avuto l’immediato effetto di annullare la protesta organizzata dall’Ucei davanti al Viminale, anche se, si è subito affrettato a precisare Luzzato, «restiamo in attesa di verificare i tempi e i modi del governo nell’affrontare il tema. Come Unione incontreremo martedì Giovanardi e per questo abbiamo deciso di sospendere la protesta». La miccia fu accesa da Gad Lerner all’ultimo congresso dell’Ucei con la presentazione di una mozione votata all’unanimità che criticava il rilevamento delle impronte ai soli extracomunitari: «L’intenzione di Giovanardi - ha commentato - è positiva, ed è il frutto anche della protesta degli ebrei italiani. Giudico giusta la decisione di sospendere la manifestazione anche se resta da chiarire i tempi nei quali sarà presentato il disegno di legge. Mi auguro che il governo, in fase attuativa, intervenga applicando nello stesso tempo sia agli italiani che agli immigrati i provvedimenti».

Il primo passo verso questa misura fu fatto nel dicembre 2000, quando il Consiglio dei ministri della Giustizia e dell’Interno dell’Unione Europea varò il sistema Eurodac, una banca dati delle impronte digitali di chi chiede asilo o tenta di entrare nei paesi Ue. Il compito di questa banca, che è ancora in fase di realizzazione, è quello di raccogliere e mettere a confronto le informazioni per identificare immediatamente gli immigrati sotto esame.

Ma la questione sollevata da Lerner e dall’Ucei non riguarda la legittimità di questa iniziativa contenuta nella legge approvata la scorsa settimana quanto il carattere discriminatorio perché rivolta solo agli immigrati. «Non eravamo contrari al provvedimento - ha spiegato uno dei promotori dell’iniziativa, Riccardo Pacifici - ma solo al fatto che riguardasse una sola categoria di persone». .

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