ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:    Pag.     )
Venerdì 4 Aprile 2003

MARIA PAOLA MILANESIO

 

Aiuti umanitari, la Camera si divide

Tre mozioni nell’Ulivo. E Bertinotti esulta: «È morto, sono tornati i partiti»


 

Pomeriggio sonnolento e un po’ annoiato, ieri alla Camera, dopo una mattinata di attenzione e di tensione. Del resto, basta dare un’occhiata all’ordine dei lavori per capirne il motivo: il testo Gasparri precede la discussione e il voto sulle mozione per gli aiuti umanitari in Iraq. E, si sa, l’appeale del provvedimento sul sistema televisivo non teme paragoni. Per questo, non deve sorprendere quell’aula un po’ distratta e talvolta quasi vuota, dove sui banchi del governo si alternano i sottosegretari Margherita Boniver e Alfredo Mantovano, con una breve incursione del ministro Stefania Prestigiacomo. Verso le 16 è già tutto finito, con il prevedibile stop a tutti e tre i documenti dell’opposizione e con il prevedibile via libera dei due documenti (una mozione e una risoluzione) della Casa delle Libertà, anche se con uno scarto di voti ridotto.

Gli uni gongolano di fronte a un’unità dell’opposizione durata lo sprazzo di una giornata, quando tutto il centrosinistra si schierò contro questa guerra definita «illegittima» e assicurano - con il vicepremier Gianfranco Fini - che «i momenti di divisione a livello europeo sono ormai alle spalle». Gli altri spiegano che le divisioni nella Cdl ci sono e sono profonde, tanto che nei due documenti della maggioranza si sorvola sulla questione dei profughi per non scontentare la Lega. Certo è che per entrambi i poli è ora la questione umanitaria a diventare la vera emergenza. E su questo punto insistono tutti i documenti presentati a Montecitorio, anche se il centrosinistra vi aggiunge di suo la necessità di una tregua o di una fine di un conflitto che mai ha accettato. Il leader di Rifondazione, Fausto Bertinotti, decreta intano la file dell’Ulivo: «Il voto dimostra che il contenitore è finito. Si possono fare operazioni di rianimazione ma la formula è esaurita».

Alla Cdl che chiede di appoggiare iniziative umanitarie in Iraq, di rendere possibile l’arrivo di aiuti, di lavorare per raggiungere l’unità in Europa, si contrappongono i documenti di Ds e Margherita (apprezzato in alcuni punti anche dal governo), di Sdi-Udeur, di Verdi-Comunisti italiani-Rifondazione. I due maggiore partiti del centrosinistra hanno lavorato a lungo per raggiungere un’intesa con tutti gli alleati, ma l’unanimità non arriva. E allora il documento che va in aula, frutto della mediazione del capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti, insiste sulla necessità assoluta di una tregua affinché possano aprirsi corridoi umanitari. Alla sinistra, però, questo non basta: serve uno stop definitivo alla guerra. Sull’altra sponda, invece, Udeur e Sdi a chiedere che il procedere del conflitto non impedisca l’arrivo degli aiuti ai civili. Finisce che la Cdl vota compatta il suo documento, mentre nell’opposizione è tutto un alternarsi di sì, no e astensioni. Violante punta il dito contro la Cdl: «La vostra è una mozione ipocrita che copre le debolezze del governo»; Diliberto taccia l’esecutivo di «sciocco servilismo nei confronti degli Usa».


 

vedi i precedenti interventi