ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su il manifesto
(Sezione:  Politica     pag. 6)
Domenica 8 agosto 2004

ANGELO MASTRANDREA

 

 

 Droghe, An fa il pieno

Dipartimento a Nicola Carlesi, antiabortista e proibizionista. In attesa della legge Fini


 

Un ministero ad hoc o solo un Dipartimento nazionale che coordini le politiche contro la droga? Se per il primo se ne saprà di più solo quando Berlusconi renderà noto l'annunciato «ritocco» settembrino alla squadra di governo, per il secondo è ormai tutto pronto. Quel che è certo è che negli ambienti di An non vedrebbero male l'ipotesi di un ministero, ovviamente senza portafoglio, dedicato alla «lotta alla droga», anche perché in pole position ci sarebbe l'attuale sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano.

L'esponente di An ha dalla sua il fatto di aver collaborato alla stesura della legge Fini, che sarà calendarizzata davanti alle commissioni congiunte Sanità e Giustizia del Senato a settembre, e l'esigenza di ricollocarsi nella squadra di governo dopo i dissidi con il ministro Pisanu che hanno portato quest'ultimo a revocargli la delega all'immigrazione. In ogni caso, già con l'istituzione del Dipartimento An avrebbe ottenuto quello che voleva: l'accentramento di tutte le competenze in un unico ufficio in loro mano, tranne alcune in materia di educazione che passerebbero al ministero dell'istruzione, forse un pedaggio da pagare al ministro Moratti e agli amici di San Patrignano. Il superzar antidroga italiano si chiama Nicola Carlesi, psichiatra all'ospedale abruzzese di Vasto, antiabortista convinto, contrario a «ogni forma di eutanasia» e a favore dell'obiezione di coscienza per i «medici e farmacisti che non intendono prescrivere la cosiddetta pillola del giorno dopo». Ma soprattutto deputato non rieletto di An, nonostante tra i punti del suo programma elettorale ci fossero l'obbligatorietà delle cure per i tossicodipendenti, l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sull'uso del metadone, «recuperare effettivamente i tossicodipendenti, sostenendo le comunità terapeutiche, introducendo norme più severe contro gli spacciatori, vietando la possibilità di legalizzare o liberalizzare qualsiasi sostanza stupefacente». Da settembre, quando sarà emanato il decreto attuativo del Dipartimento, Carlesi avrà pieni poteri, consentendo ad An di seguire le proprie politiche antidroga in attesa dell'approvazione della legge Fini, per la quale si prevedono comunque tempi lunghi. Il Dipartimento coordinerà infatti, tra le altre cose, le «attività di contrasto» al fenomeno e gestirà la cassa, cioè i finanziamenti del fondo annuale assegnato allo stato, quest'anno 25 milioni di euro.

La creazione di un Dipartimento nazionale antidroga era già stata decisa nella scorsa legge finanziaria, che all'articolo 13 prevedeva «il coordinamento delle politiche per prevenire, monitorare e contrastare il diffondersi delle tossicodipendenze e delle alcoldipendenze correlate». Stando alla lettera della legge, «il Dipartimento collabora con le associazioni, le comunità terapeutiche e i centri di accoglienza operanti nel campo della prevenzione, recupero e reinserimento sociale dei tossicodipendenti; raccoglie informazioni e documentazione sulle tossicodipendenze». Per la sua concreta attuazione ci sarebbe bisogno di un apposito regolamento, la cui bozza, ancora top secret e secondo indiscrezioni preparata insieme ai leader della comunità di San Patrignano, dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri agli inizi di settembre.

La cosa che più insospettisce, tra chi ha potuto visionare il regolamento, è quel riferimento a chi dovrebbe far capo la nuova struttura: al «presidente del consiglio» o a un «altro ministro». Una formula ambigua che, unita alle voci circolanti nel Dipartimento, accrediterebbe la possibilità di creazione di un ministero ad hoc. Per quanto riguarda l'assetto organizzativo, alle dipendenze di Carlesi ci sarebbero quattro direzioni generali, articolate in una decina di uffici. La prima si occuperebbe di affari generali e relazioni internazionali. La seconda del monitoraggio del fenomeno, inglobando l'Osservatorio nazionale sulla droga, dell'impostazione dell'attività di contrasto e del raccordo operativo tra i ministeri che hanno competenze in materia, Istruzione, Interni, Difesa e Welfare. La terza dovrebbe occuparsi di prevenzione, riduzione della domanda, riabilitazione e reinserimento dei tossicodipendenti. La quarta, infine, dei progetti da finanziare.


    

 

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