ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo comparso su Libero Martedì 10 Agosto 2001

di Marco Ferrazzoli

Mantovano: «Sospendiamo per un anno tutti i summit in Italia»


ROMA - Al momento dell'intervista, il sottosegretario all'Interno non ha ancora «rivendicazioni ed elementi certi per collegare l'attentato di Venezia alla visista del premier nella città. Ma la coincidienza cronologia mi pare sia in tal senso inoppugnabile», aggiunge Alfredo Mantovano, di An, numero due al Viminale

L'ex sindaco Massimo Cacciari è convinto del contrario.
«Attendiamo i risultati delle indagini per parlare. E speriamo che nel frattempo quest'episodio non serva ad alimentare chissà quali dibattiti».

Il presidente Berlusconi dice che la nostra polizia è impreparata alla emergenze. Cosa risponde?
«Comfermo in pieno. Dopo gli ultimi vertici internazionali è chiaramente in atto un'escalation di violenza di fronte a cui le nostre forze dell'ordine devono recuperare un ritardo di preparazione e di equipaggiamento. Fronteggiare la guerriglia urbana è diverso da reagire a una rapina, se a Genova si fossero usati proiettili di gomma Carlo Giuliani sarebbe ancora vivo».

Recuperare come? E' meglio non tenere in Italia i summit di Fao e Nato?
«Ci sono scelte internazionali da rispettare, ma certo il margine di rischio da noi è più accentuato. Se ci dessero una moratoria di un anno saremmo tutti più tranquilli: per recuparare il ritardo ci vogliano investimenti, passaggi formali, quindi tempo».

Come inserisce l'attento veneziano nell'escalation di violenza di cui parlava prima?
«Il passaggio dai coltelli e dagli striscioni alle bombe è un giro di boa che impone una netta presa di distanza tra dissenso pacifico e violento. Davanti a una situazione che ricorda l'inizio degli anni di piombo c'è una difficoltà a distinguere con chiarezza: è emerso dai fatti di Genova, dalle dichiarazioni di Luca Casarani, da alcuni esponenti politici che si sono messi alla testa dei cortei che volevano assaltare la zona rossa e che hanno fatto apologia della contestazione in Parlamento».

Ma c'è anche chi, come Luciano Violante, si dice favorevole a lavorare insieme contro il terrorismo.
«Violante si rende conto che la sinisra è andata troppo in là nel suo opportunismo. Per non lasciare la piazza a Rifondazione comunista ha assunto una posizione ambigua sugli episodi di contestazione violenta, come a tratti dimostra anche il discorso pronunciato da Massimo D'Alema in aula. Ma ciò ha prodotto una chiara reazione delle forze dell'ordine verso i Ds e ora Violante cerca di recuperare. Con ciò, non voglio negare che abbia più senso delle istituzioni di molti suoi compagni».

Tra i più duri contro gli eccesssi di reazione poliziesca, invece, c'è Franco Bassanini
«A Bassanini ribadisco che sugli eccessi stanno indagando i magistrati e Viminale e che i colpevoli saranno puniti. Ma non si può per questo non stabilire una netta distinzione tra aggrediti e aggressori. I poliziotti non possono sentirsi gridare 'polizia assassina' e farsi tirare le uova marce in faccia: finora abbiamo tollerato le provocazioni, ma non ne accetteremo altre».

Come giudica la dichiarazione di Casarni sull'attentato, «questa bomba serve al governo?»
«Toni Negri fu arrestato come ideologo e teorico del terrorismo: che differenza c'è tra lui e Luca Casarni, se non che lo spessore culturale di quest'ultimo è molto inferiore?».

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